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21 Settembre 2006 | Innovazione

ALLARME SICUREZZA

Primi interrogatori per l’inchiesta sulle intercettazioni illegali. Gualtieri collabora. Oggi il Gip ascolta Cipriani e Tavaroli. Ma a chi andavano le intercettazioni?Se i contorni della inquietante vicenda delle intercettazioni illegali si stanno delineando, rimane senza risposta la domdanda più importante: chi aveva beneficio dal lavoro di questo gruppo di spioni? Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, ha avviato una sua indagine con l’obiettivo di capire chi, nell’aministrazione dello Stato, ha preso parte a questo complotto. Oltre a identificare i protagonisti, gli attori e i beneficiari di questa vicenda, rimane poi da capire come praticamente sia stato possibile aggirare ogni tipo di controllo spiando centinaia, forse migliaia di persone, senza che nessuno sapesse nulla. La questione non può esaurirsi con questa indagine. Se venti persone, sia pure bene assortite, al di fuori della legalità, sono in grado di operare un’attività di spionaggio su così vasta scala, sia pone una questione fondamentale di protezione della riservatezza delle informazioni. Probabilmente la gravità di quanto sta emergendo è stato determinante per convincere il presidente del Consiglio Prodi a riferire personalmente a entrambe le camere sui rapporti tra Governo e Telecom Italia. Una vittoria dell’opposizione che vede tra i più entusiasti alcuni politici fuori dalle righe, come Storace che sollecitando una commissione d’inchiesta riceve gli sberleffi di chi gli ricorda le intercettazioni per cui è indagato a danno dei candidati che gli si opponevano per la carica di governatore del Lazio. E torna amaramente alla mente il suicidio, o presunto suicidio di Adamo Bove, dirigente della sicurezza Telecom.

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