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11 Febbraio 2014 | Attualità

Berlino scopre la felicità diversa di Amelio

La Berlinale 2014 accoglie in queste ore Gianni Amelio e il suo Felice chi è diverso , documentario fuori concorso che vuole raccontare l’omosessualità per com’è vista dagli italiani in questo inizio di nuovo secolo, con tutte le problematiche del caso. L’opera di Amelio è un viaggio nell’Italia ‘altra’ di oggi , un film romantico che non manca di accusare l’immobilismo politico sulle questioni di genere e dei diritti civili, oltre  che il bigottismo residuo di una società poco avvezza a riconoscere il valore dell’amore in quanto tale, indipendentemente dai chi lo pratica. Il tono è malinconico e tenero: “ Pensavo che la censura più forte ci fosse stata nel periodo fascista. E invece ho scoperto che è durata molto di più, almeno fino agli anni Settanta” , ha detto Amelio, presentando il film. Ma una più marcata disponibilità al confronto e a raccontare le proprie esperienze non ha facilitato la vita degli omosessuali di oggi , che spesso vivono in contrasto con l’inadeguatezza riflessa da un’accettazione-sopportazione da parte della società: “ Tacere sulla propria omosessualità aiutava ad esserlo ed era anche un modo per proteggersi. Quelli che oggi sono anziani raccontano che, dalla metà degli anni Settanta, le cose sono diventate molto più difficili – spiega il regista, che a volti noti che raccontano ed esemplificano la loro esperienza di omosessuali d’Italia ne ha affiancati altri sconosciuti -: i 20 omosessuali che raccontano le loro vite sono 20 casi differenti, rappresentativi dell’universalità dell’argomento” . E del nostro Paese oggi, messo in scena in modo inedito, a Berlino.

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