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30 Novembre 2023 | Attualità, Eventi

Buon Compleanno, CNR!

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha compiuto 100 anni, con i complimenti del presidente della Repubblica, Mattarella: ‘Fondamentale per l’Italia’.

Nel Paese dei cervelli in fuga la ricerca resiste e prospera anche grazie a istituzioni come il Consiglio Nazionale delle Ricerche, che ha da poco compiuto 100 anni. Proprio nel novembre 1923, all’Accademia dei Lincei, veniva firmato l’atto istitutivo del Cnr, con il matematico Vito Volterra fondatore e primo presidente. Per festeggiare la ricorrenza è stato stampato anche un francobollo ordinario, che riproduce proprio il logo dei 100 anni del Cnr.

“Il futuro entra in noi attraverso la ricerca scientifica e questo è fondamentale per l’Italia”, ha dichiarato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per l’occasione: “La ricerca è il futuro del nostro Paese. I ricercatori recano davvero il futuro tra noi”, ha detto il capo dello Stato italiano, che ha voluto ricordare come “la ricerca sia uno strumento di pace”, con un evidente riferimento alla situazione globale.

“Celebriamo la capacità del Cnr di guardare avanti”, ha detto la presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza, che ha descritto come “un viaggio nel cuore della scienza” quello che l’ente ha percorso nella sua storia, spaziando dall’Artico all’Antartide. Naturalmente, la ricerca non si fa solo con le idee e con le parole, ma soprattutto con i fondi che consentono alle idee e alle parole di sopravvivere ed essere diffuse. A questo proposito, la ministra per l’Università e la Ricerca, Anna Maria Bernini, ha detto che i fondi dedicati sono cresciuti “da 685,3 milioni di euro nel 2022, a 709,2 milioni nel 2023“.

Precisa la proposta in tal senso del premio Nobel per la Fisica, Giorgio Parisi: è necessario, dice, “pensare al futuro” e programmarlo. Da un lato, il professore ha proposto di scorporare gli investimenti statali in Ricerca e Sviluppo dal calcolo del deficit: “Una revisione del Patto di stabilità europeo in quest’ottica”, ha detto, “permetterebbe un deciso cambiamento di rotta al livello europeo”. Dall’altro, sarebbe cruciale una programmazione a lungo termine “per quando i fondi del PNRR saranno esauriti”, ha aggiunto Parisi.

di Daniela Faggion
Cento anni di CNR

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