Lo studio sulla pirateria di Idc, commissionato da Business Software Alliance (Bsa), ha rilevato un tasso di illegalità stabile al 36% in Europa e in lieve calo, del 2%, in Italia. La Ue aveva registrato un calo di un punto, dal 37% al 36%, dal 2003 al 2005. Nel nostro paese la pirateria è cresciuta dal 49% del 2003 al 53% del 2005, per poi rientrare con il 51% del 2006 . L’Italia rimane però anche nel 2007 nella “Watch List” del Ministero per il Commercio Usa per insufficiente tutela della proprietà intellettuale. “Il dato tendenziale è positivo , specie per il nostro paese, l’unico nell’Europa occidentale ed economicamente sviluppata ad avere tassi di pirateria quasi balcanici – ha commentato Luca Marinelli, presidente di Bsa Italia -. Ma molto resta ancora da fare, perché abbiamo pur sempre un 51% di software illegalmente utilizzato: insomma, più di un programma su due installati sui pc italiani è privo di regolare licenza. Dobbiamo continuare a lavorare perché l’impegno a favore della legalità veda schierati insieme mondo aziendale, mondo associativo e mondo politico-istituzionale”. Lo studio Idc ha sottolineato inoltre che la diffusione delle connessioni a banda larga nei paesi più industrializzati ha portato internet a diventare il principale canale distributivo di software illegale , mentre nelle economie emergenti vanno ancora per la maggiore i cd-rom contraffatti. L’istituto di ricerca ha stimato che nell’arco dei prossimi quattro anno verranno investiti in software per computer oltre 250 miliardi di euro.
Calo della pirateria in Italia

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