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15 Maggio 2025 | Attualità, Economia

Italia sempre regina della pasta

Export per 4 miliardi nel 2024, superati i 2,4 milioni di tonnellate

C’è da scommettere che alcuni prodotti nostrani non si spaventeranno dei dazi americani. La pasta, ad esempio, di cui l’Italia è sempre regina assoluta nel mondo. Secondo Unione Italiana Food, che ha rielaborato dati Istat, nel 2024 ne sono state consumate oltre 2.420.345 tonnellate, con un balzo in avanti del 9,1% rispetto al 2023 e per un valore di 4.020 milioni di euro, +4,8% rispetto all’anno precedente.

In pratica, in giro per il mondo sono stati divorati 80 milioni di porzioni di pasta nostrana, anche se resta l’Italia sia la consumatrice principale (con una media di oltre 23 chilogrammi a testa), sia la principale ambasciatrice della pasta grazie ai suoi produttori e ai suoi cuochi che lavorano nei ristoranti sparsi ovunque.

Dell’export 2024 circa un milione e mezzo di tonnellate è finito sulle tavole europee (64,8%), mentre poco meno di 900mila tonnellate sono andate in America, Asia, Africa e Oceania (37,1%). “Oggi quasi il 60% dei pacchi di pasta prodotti in Italia viene esportato“, spiega Margherita Mastromauro, Presidente dei Pastai Italiani di Unione Italiana Food, che ribadisce l’impegno a “continuare a valorizzare questo patrimonio culturale e alimentare, rafforzando le relazioni commerciali internazionali e promuovendo il Made in Italy nel mondo”.

Vediamo allora quali sono i Paesi in cui si mangia più pasta italiana:
– Germania (467.183 tonnellate)
– Stati Uniti (302.177 tonnellate)
– Regno Unito (283.478 tonnellate)
– Francia (278.511 tonnellate)
– Giappone (69.589 tonnellate)

Vediamo anche quelli in cui si è registrata una crescita di importazione di pasta italiana
– tra il 5 e il 20%: Svezia, Canada, Polonia, Arabia Saudita, Brasile, Cina, Repubblica ceca, Croazia, Romania, Albania, Portogallo, Malta, Libano.
– tra il 20 e il 50%: Stati Uniti, Corea del Sud, Ucraina, Colombia, Serbia, Turchia, Vietnam, Oman, Uruguay
– superiore al 50%: Messico, Argentina, Etiopia, Eritrea, Sri Lanka e Paraguay.

di Daniela Faggion

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