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27 Gennaio 2023 | Attualità, Economia

Chi farà il Made in Italy

Cna Federmoda lancia l’allarme: “Presto mancheranno lavoratori per la filiera produttiva del fashion italiano. Intanto lo storico istituto Secoli di Milano apre una nuova sede a Novara su richiesta delle imprese. E un’ex allieva dichiara: “Impagabile la soddisfazione di saper realizzare concretamente una mia idea”.

Da oggi al 2026 verranno a mancare al sistema moda italiano tra gli 80 e i 90mila lavoratori. È una stima effettuata in base alla banca dati Excelsior, stando alla quale Cna Federmoda ha diffuso una nota preoccupata per il futuro del Made in Italy sartoriale. Già nel breve periodo sarebbero necessari 10mila lavoratori, “per far fronte al turnover del personale causa pensionamento, con ulteriore necessità di addetti per i posti in via di creazione sull’onda del processo di innovazione ed evoluzione del settore”

Essenziale, in primis, fare formazione, soprattutto alle nuove leve: “Occorre una forte azione di promozione del Made in Italy affinché i mestieri della moda diventino attrattivi”, continua il messaggio dell’associazione di categoria. Obiettivi: richiamare interesse e formare nuovi talenti. Sostiene Cna Federmoda: “Il calo di competenze artigianali nelle aziende di moda richiede un’attenta gestione, sia in termini di passaggio generazionale, sia in termini di attrattività del settore. Decisivo è l’aspetto della formazione e il coordinamento tra domanda e offerta”.

E proprio per consentire la formazione di chi il Made in Italy lo fa in concreto e non solo lo disegna, lo storico Istituto Secoli di Milano, fondato nel 1934, ha aperto lo scorso ottobre la sua seconda sede a Novara, in collaborazione con alcuni dei più importanti brand di moda presenti sul territorio: Alexander McQueen, Gucci, Herno, IN.CO, Versace e Zamasport. “Le aziende hanno difficoltà a formare internamente figure professionali come quelle dei modellisti, prototipisti e sarti, ma sanno che queste figure sono fondamentali per dare vita alla creatività dei loro stilisti”. A dirlo è Matteo Secoli, presidente dell’Istituto Secoli nonché presidente di Piattaforma Sistema Formativo Moda ETS: “Il nostro Istituto è da sempre attento alle esigenze del mercato del lavoro e delle aziende”, continua Secoli, “e grazie al nostro metodo, da tanti anni formiamo professionisti che soddisfano queste richieste. Con la nostra nuova sede di Novara, dedicata alla prototipia, il legame con il mondo del lavoro è ancora più stretto. Aziende del distretto di Novara, insieme al nostro Istituto, hanno creato una realtà formativa unica nel suo genere, un progetto che sarà in grado di aiutare i giovani a inserirsi nel mondo del lavoro e le aziende a trovare nuove professionalità: gli “artigiani contemporanei” che attraverso un insegnamento moderno e un solido lavoro di gruppo, diventeranno nuove ed importanti risorse per la moda del futuro.”

Meno appariscente e sicuramente più impegnativa, la formazione pratica dona però competenze irrinunciabili a chi voglia realizzare concretamente gli abiti e verificare che funzionino, al di là di estro e creatività. Ne è certa Benedetta Marson, ex allieva proprio del Secoli con la passione della realizzazione degli abiti sin da ragazza: delusa dalla sua laurea in Lettere, ha deciso di frequentare l’istituto per essere in grado di creare le sue idee dal pensiero al risultato. Dopo aver lavorato in un’azienda che produce prototipi e abiti conto terzi, ha iniziato a produrre da sola abiti da sposa, abiti pre-maman “non punitivi” e abiti da cerimonia per bambini. Al terzo figlio ha deciso di aprire il suo Atelier.B: “L’operatività in questo settore richiede studio, impegno, dedizione e tempo”. A noi sembra che serva anche una certa dose di coraggio. E questo a Benedetta non manca di certo.

 

di Daniela Faggion

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Uomo nel grano - ph Pexels

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