Affetto da cataratta congenita, associata a una rarissima patologia della parte posteriore dell’occhio causata da un incompleto sviluppo anatomico, un neonato di soli 40 giorni di vita è stato salvato dalla cecità irreversibile con una procedura di vitrectomia bilaterale mediante visualizzazione 3D, primo caso al mondo.
La vitrectomia consiste nell’intervenire chirurgicamente per trattare il distacco della retina rimuovendo il corpo vitreo, il gel trasparente localizzato tra l’iride e la retina.
Il problema era stato diagnosticato nei primi giorni di vita, quando è stato rilevato un anomalo riflesso bianco, detto leucocoria, in corrispondenza della pupilla, individuato dall’équipe della dott.ssa Caterina Carbonara della Neonatologia dell’Ospedale Sant’Anna del capoluogo piemontese.
Grazie alla visualizzazione 3D è stato possibile ai chirurghi una percezione della profondità notevolmente superiore rispetto ai microscopi tradizionali, fondamentale considerate le dimensioni estremamente ridotte degli occhi del neonato.
Cruciale anche la tempistica; l’intervento non si poteva effettuare nei primi giorni di vita, ma al contempo non si dovevano superare le 6-7 settimane, perché altrimenti con una tale opacità non si svilupperebbe comunque la vista
L’intervento ha avuto luogo presso l’ospedale Molinette di Torino dal prof. Michele Reibaldi, Direttore di Oculistica universitaria della Città della Salute, con l’aiuto di Matteo Scaramuzzi, e il supporto delle équipes di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Molinette (diretta dal dott. Roberto Balagna) e del dott. Ferdinando Gagliardi dell’Anestesia e Rianimazione pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita (diretta dalla dott.ssa Simona Quaglia).