Corrado Augias , in un’intervista a La Stampa , si è scagliato contro il malcostume delle raccomandazioni all’interno della Rai e contro lo stato del giornalismo televisivo italiano, eccessivamente legato alla morbosità della cronaca nera e alle dinamiche interne ai partiti politici. Augias, che ha lavorato con e per la Rai per più di 30 anni, ha condotto fino allo scorso anno Le storie – Diario italiano. Augias è un giornalista della carta stampata, firma storica di La Repubblica , prestato alla televisione: fino all’anno scorso ha presentato Le storie, sostituito quest’anno da Pane quotidiano di Concita De Gregorio, ma negli ultimi 30 anni si è occupato principalmente di inchieste e di cultura, firmando programmi storici come ad esempio Telefono giallo , precursore di tutti i programmi legati alla cronaca nera. Augias, però, ci tiene a rimarcare la differenza tra il suo programma e i suoi emuli odierni: “ Noi prendevamo dei casi freddi, i cold case, casi di delitti insoluti e dimenticati. Andavamo a ripescarli e facevamo i copioni dei programmi sugli atti dei tribunali che avevano cercato invano di chiarire il caso. Era tutta una ricerca di tipo storico. Angelo Guglielmi , direttore di Rai 3, disse una famosa frase: ‘Noi non abbiamo i soldi per fare gli sceneggiati, Telefono giallo è il nostro sceneggiato’. Raccontavamo una realtà insoluta “. Telefono giallo aveva un’impronta letteraria ed era costruito in modo da portare avanti una narrazione, non per sfruttare l’onda emotiva di un caso di cronaca: “ Questi di oggi cosa fanno? Siccome si strappano il pane di bocca l’uno con l’altro, sono costretti a parlare del caso successo l’altro ieri. E chi va in studio a discuterne? Dei disinvolti criminologi, capaci di improvvisare su quattro notizie di giornale e dei giornalisti che ne sanno quanto lei e me. E questo io lo trovo profondamente inadeguato alla tragedia che sempre un omicidio rappresenta “. Anche se non sono citati, il riferimento ai vari Quarto Grado e Linea gialla sono evidenti. Augias ne ha anche per i programmi di informazione, innanzitutto per i talk show , che stanno vivendo un momento di crisi: “ Non è vero che servono a capire la situazione, a chiarire i dettagli di quello che ci sta succedendo … I talk show si sono retti, per tutti questi anni, sull’attrazione che esercita la rissa. Se uno passa per strada e vede tre ubriachi che litigano si ferma incuriosito a guardare “.
Corrado Augias all’attacco della Rai

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