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1 Ottobre 2022 | News video

Dart contro l’asteroide:  arrivano le immagini dal mini-satellite tutto made in Italy 

E’ la prima volta che il genere umano modifica lo stato orbitale di un corpo celeste. A fotografare questa unicità nella storia dello spazio è stato uno strumento realizzato da una squadra di esperti tutta italiana.

Il fotoreporter cosmico

Come un vero e proprio fotoreporter cosmico il minisatellite italiano LiciaCube ha fotografato e inviato alla Terra 320 immagini della missione che ha visto la deviazione dell’asteroide Dimorphos da parte della sonda Nasa Dart.

Un “Anti-Armageddon” quella che ha dovuto affrontare la Nasa questa settimana senza persone in pericolo o mondi da salvare. Una missione riuscita appieno fotografata nei dettagli  dal minisatellite LiciaCube interamente Made in Italy.

LiciaCube infatti è stato gestito e coordinato dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e realizzato dall’azienda Argotec di Torino. Le immagini sono state presentate nella conferenza stampa organizzata presso l’Argotec e sono le primissime arrivate a Terra.

“L’entusiasmo è alle stelle. L’acquisizione delle immagini è il più importante ritorno previsto dalla nostra missione. E’ il segno evidente che la traiettoria è stata quasi esattamente quella prevista, che il sistema di puntamento ha lavorato bene e che le fotocamere hanno acquisito le foto previste” ha detto all’ANSA Simone Pirrotta, responsabile della missione LiciaCube per l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

Simone Pirrotta racconta di un lavoro di squadra constante che ha visto la collaborazione quotidiana per 5 anni di diversi interlocutori.Hanno lavorato insieme all’ Asi, Argotec l’azienda che ha realizzato il mini satellite, Politecnico di Milano, Università di Bologna, Università Parthenope di Napoli e Istituto di Fisica Applicata ‘Nello Carrara’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ifac).

Le dinamiche dell’Impatto 

LiciaCube è riuscita a scattare le sequenze dell’impatto, ovvero il momento in cui la sonda Dart colpisce l’asteroide Dimorphos per deviarne la traiettoria: si è sperimentata così, a 13 milioni di chilometri dalla Terra, una tecnologia che in futuro potrebbe consentire di proteggere il nostro pianeta dall’eventuale impatto di un asteroide minaccioso.

Nella fase di collisione LiciaCube, gestito e coordinato dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) si trovava a meno di mille chilometri dall’asteroide e subito dopo la collisione è entrato in azione per riprendere il punto in cui è avvenuto l’impatto. E’ stato “Un impatto spettacolare!“, ha detto all’ANSA sempre Simone Pirrotta, responsabile della missione LiciaCube per l’Asi, che ha seguito la missione dal Centro di controllo di Torino . “La tecnologia di puntamento denominata SmartNav della sonda Dart ha funzionato alla perfezione. Qui a Torino abbiano seguito con emozione la fine della missione Nasa, con la consapevolezza che nel frattempo il nostro piccolo reporter stava documentando un momento storico: la prima volta che il genere umano modifica lo stato orbitale di un corpo celeste“, ha aggiunto riferendosi al satellite LiciaCube.

Perché è significativa la missione? 

Questo risultato si carica di un significato nuovo perché come osservano gli analisti può essere considerato l’inizio di una nuova stagione di missioni dedicate alla difesa planetaria: dopo Dart, nel 2024 l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) prevede di lanciare Hera, la missione che dovrà esaminare e misurare il cratere lasciato dall’impatto di Dart e raccogliere dati su composizione e massa dell’asteroide. Con Dart e LiciaCube, Hera fa parte della collaborazione internazionale Aida (Asteroid Impact and Deflection Assessment), nella quale confluiranno i dati raccolti nelle tre missioni.

 

 

di Sara Giudice

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