Microsoft e Google vogliono fare causa al governo statunitense e si uniscono in un’alleanza pro trasparenza. La partita del Datagate fatica a chiudersi: i due colossi rivendicano infatti il diritto di chiarire completamente le informazioni su quanto rivelato nell’ambito dei programmi della National security agency. L’onda lunga di Edward Snowden , l’ex informatico che ha trovato rifugio in Russia, non si placa. E rischia di traslocare nei tribunali. Le due società restano infatti ” preoccupate per la la continua riluttanza da parte del governo a permettere la pubblicazione di dati sufficienti in relazione alle disposizioni del Foreign intelligence surveillance act” . Lo ha scritto Brad Smith, vice presidente esecutivo e consigliere generale di Microsoft, in un blog del gruppo. Secondo Smith c’è modo di pubblicare le informazioni senza rischi. L’importante è che sia fatto al più presto: si tratta di un interesse ” vitale ” per i due gruppi. Il braccio di ferro in corso è significativo: quanto divulgato costituisce evidentemente poca cosa rispetto alla mole effettiva delle intercettazioni e registrazioni effettuate negli anni. Situazione tuttavia controversa anche per le stesse web company: dopo aver collaborato sottotraccia, in misure e dimensioni diverse, pretendono ora l’a utorizzazione a vuotare completamente il sacco di fronte alla platea mondiale dei propri utenti. Difficile che dall’amministrazione Obama arrivi un via libera. Il governo teme infatti che ulteriori rivelazioni possano colpire interessi di sicurezza nazionale. Il massimo possibile, secondo la Cnn, potrebbe essere la declassificazione di alcuni documenti, da suddividere poi per tipo di richiesta, quantità e società di telecomunicazione.
Datagate, Microsoft e Google contro il governo Usa

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