Il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, si espone e parla del futuro del giornalismo in una lettera aperta ai sindacati della sua testata in cui chiede senza mezzi termini alla propria redazione di investire “di più nel giornale e nella qualità, ritorniamo a dare spazio ai giovani, ma ricontrattiamo quelle regole, in qualche caso autentici privilegi, che la multimedialità (e il buon senso) hanno reso obsolete” Nel documento, De Bortoli descrive l’attuale situazione di Via Solferino e, più in generale, del mondo della carta stampata con queste parole: “ Si sta completando una ristrutturazione dolorosa ma necessaria che non ha messo però in cassa integrazione diretta alcun collega, com’è avvenuto in tutte le altre testate […]. Si apre una fase diversa, ugualmente impegnativa. Non mi nascondo le difficoltà. Il periodo che attraversiamo è difficile, in tutti i sensi” Il direttore chiude insomma un’era del Corriere, quella da lui stessa definita “del piombo ” , e apre ufficialmente quella digitale , auspicando un parallelo cambiamento delle regole interne al giornale: “ Non è più accettabile – scrive – che parte della redazione non lavori per il web o che si pretenda per questo una speciale remunerazione. Non è più accettabile che perduri la norma che prevede il consenso dell’interessato a ogni spostamento, a parità di mansione”, ma anche “non è più accettabile che i colleghi delle testate locali non possano scrivere per l’edizione nazionale, mentre lo possono tranquillamente fare professionisti con contratti magari per giornali concorrenti. Non è più accettabile l’atteggiamento, di sufficienza e sospetto, con cui parte della redazione ha accolto l’affermazione e il successo della web tv. Non è più accettabile, e nemmeno possibile, che l’edizione iPad non preveda il contributo di alcun giornalista professionista dell’edizione cartacea del Corriere della Sera. Non è più accettabile la riluttanza con la quale si accolgono programmi di formazione alle nuove tecnologie” Una lettera che non lascia spazio a ripensamenti e a mediazioni, e che si chiude con un attacco diretto allo spirito corporativo dei giornalisti: “ Non è più accettabile, anzi é preoccupante, il muro che è stato eretto nei confronti del coinvolgimento di giovani colleghi. Non è più accettabile una visione così gretta e corporativa di una professione che ogni giorno fa le pulci, e giustamente, alle inefficienze e alle inadeguatezze di tutto il resto del mondo dell’impresa e del lavoro” Altrettanto dura la risposta del Comitato di redazione del Corriere della Sera , che ha indetto due giorni di sciopero in segno di protesta contro le esternazioni del direttore, giudicate “irricevibili” Il quotidiano milanese diserterà le edicole oggi e domani, sabato 2 ottobre.
De Bortoli chiama il Corriere alla svolta, la redazione protesta e sciopera

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