l rischio di mettere a r epentaglio informazioni riservate accedendo alla rete aziendale tramite device c’è, e va affrontato in modo adeguato. Almeno secondo Symantec , che ha commissionato uno studio per capire abitudini e intenzioni di oltre mille fra dipendenti e collaboratori di aziende italiane di medie e grandi dimensioni. Quanto sia del resto già radicato il fenomeno lo dicono alcuni dati della ricerca. Alla casella e-mail personale si accede infatti nel 59,3% dei casi con cellulari e pc portatili di proprietà del dipendente ma anche dai notebook e dai cellulari aziendali (nel 56,2% e nel 40,8% dei casi rispettivamente). Viceversa, l’accesso alla posta elettronica aziendale tramite browser avviene anche attraverso il pc personale o il tablet dell’addetto, con percentuali pari rispettivamente al 52,1% e al 45,6%. Non bastassero queste esemplificative indicazioni, lo studio conferma come l’ accesso via internet a cartelle personali avvenga maggiormente attraverso i dispositivi aziendali (37,7%) rispetto a quelli personali (32,5%) e come oltre un dipendente su tre (il 36% per la precisione) utilizzi il notebook aziendale per sincronizzare cartelle personali nel cloud . Anche l’altro fenomeno consumer del momento, le applicazioni mobili, è una faccia molto rilevante della problematica. L’81% del campione ha infatti dichiarato di aver installato applicazioni sui propri dispositivi e l’ 89,4% su quelli aziendali . Utilizzando principalmente gli store ufficiali delle varie Apple, Google e via dicendo ma anche (parliamo di una casistica del 16% per i device dell’azienda e del 12% per quelli personali) installando le applicazioni dopo aver volontariamente rotto i sistemi di protezione degli smartphone. Con tutti i rischi che ne conseguono per i dati sensibili e le informazioni riservate.
Device aziendali in pericolo

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