Il primo Rapporto tematico di genere, presentato dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, punta i riflettori sulle scelte, le esperienze e realizzazioni professionali dei laureati in Italia.
Le donne sono più intraprendenti e studiose degli uomini, ma questi ultimi sono i più pagati e occupano posizioni professionali di maggiore prestigio.
A sancirlo è la fotografia scattata dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea con il primo Rapporto tematico di genere Laureate e laureati: scelte, esperienze e realizzazioni professionali presentato all’Università di Bologna lo scorso 28 febbraio.
Il Direttore di AlmaLaurea, Marina Timoteo, illustra i numeri del rapporto ed evidenzia il coraggio e l’intraprendenza delle donne che costituiscono quasi il 60% dei laureati, con esperienze di studio migliori di quelle dei colleghi laureati (voto medio di diploma 82,5/100, mentre è 80,2/100 per gli uomini; il voto medio di laurea è, rispettivamente, pari a 103,9 e 102,1/110).
Eppure nonostante queste performance brillanti nello studio, di ogni ordine e grado, sono le più penalizzate.
Le laureate provengono da contesti familiari meno favoriti e sono interessate da una minore selezione basata sul background familiare. Infatti, giunge da una famiglia in cui almeno uno dei genitori ha la laurea il 28,3% delle laureate e il 34,3% dei laureati; laddove, poi, i genitori siano in possesso di una laurea, le donne seguono le loro orme con minore frequenza, contribuendo a far ripartire l’ascensore sociale.
Il mercato del lavoro non valorizza le donne: sono occupate meno e in professioni di più basso livello, con retribuzioni minori (-20% rispetto agli uomini). In presenza di figli il divario aumenta. Ma laurearsi conviene, perché con un livello di istruzione più elevato per le donne si riduce il divario occupazionale rispetto agli uomini, seppur tuttavia non si colma del tutto.
Un approfondimento del rapporto è dedicato ai percorsi Stem: per alcuni aspetti della carriera lavorativa essi appaiono attenuare le disuguaglianze fra laureate e laureati. Infatti, concentrando l’attenzione sulle retribuzioni, i differenziali di genere, pur sempre a favore degli uomini, risultano più contenuti tra i laureati Stem. Urge allora intervenire a livello politico, sociale e culturale per incentivare le donne a scegliere percorsi di studi scientifici. Cioè quelli che garantiscono un più facile e veloce ingresso nel mondo del lavoro, oltre che occupazioni più stabili e meglio retribuite.