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21 Febbraio 2011 | Innovazione

[Flash] Pensioni dei giornalisti non sono a rischio

“Le pensioni dei giornalisti non sono in pericolo” , ha dichiarato a Prima Comunicazione il presidente dell’Inpgi Andrea Camporese. Tra il 2020 e il 2040 i contributi saranno insufficienti per pagare le pensioni dei giornalisti, ma l’istituto di previdenza sta già affrontando il problema, come spiega Camporese in un’intervista a Prima.   “ Per effetto del ciclo economico negativo cominciato due anni fa, tra pensionamenti e prepensionamenti hanno lasciato le redazioni oltre mille giornalisti e per la prima volta nel decennio il numero degli iscritti all’Inpgi è diminuito. Di 280 persone precisamente” , spiega Camporese. Questo aggrava un fenomeno previsto dall’Inpgi già da un decennio, la cosiddetta gobba negativa, cioè un periodo in cui per effetto del non equilibrio tra entrate e uscite, l’istituto avrà grandi difficoltà a pagare le pensioni. “Una fase che partirà all’inizio degli anni Venti e dovrebbe concludersi all’inizio degli anni Quaranta. Ma la situazione non è drammatica. Innanzitutto, perchè il patrimonio dell’Inpgi – a oggi 2,3 miliardi – è sufficiente a garantire lo squilibrio tra entrate e uscite” , chiarisce Camporesi.   E su come l’Inpgi intende affrontare il problema della “ gobba” , Camporesi dice: “ Sull’argomento non c’è ancora alcuna delibera dell’Inpgi. Il Cda, però, ha deciso di affrontare la questione entro il 30 giugno. Comunque, a mio parere ci sono due o tre leve su cui si potrebbe agire. La prima riguarda i contributi a carico degli editori”. “Io propongo un aumento graduale prospettico delle aliquote a carico degli editori. Oltre a questa leva puramente economica, si sta valutando di aumentare l’età pensionabile delle donne da 60 a 65 anni. Anche in questo caso è indispensabile la gradualità e sono esclusi i cosiddetti scaloni, cioè passaggi bruschi”.

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