Rallentamenti in vista per l’assegnazione delle nuove frequenze tv del digitale terrestre. Dopo una lunga diatriba, Rai e Mediaset hanno deciso di appellarsi al Tar per ridiscutere il regolamento con cui Agcom ha escluso dalla gara i grandi gruppi del settore, a eccezione di Sky. Secondo l’Autorità per le comunicazioni, gli operatori che possiedono già tre o più multiplex digitali (come Rai e Mediaset, che ne hanno quattro) non possono correre per aggiudicarsi i tre lotti rimanenti. La tv satellitare, invece, potrà concorrere per uno solo dei restanti. La bozza del bando, al vaglio dell’Ue, prevede la vendita di tre lotti a partire da 30, 29 e 28 milioni di euro. A presentare il ricorso è stata Elettronica industriale, società fondata nel 1975 da Adriano Galliani, poi inglobata in Fininvest e oggi controllata da Rti, gruppo che fa capo alla famiglia Berlusconi. A Cologno Monzese, ma anche in viale Mazzini, non hanno fretta di cominciare con l’assegnazione delle frequenze : il Governo (e dunque la Rai) e Berlusconi (con Mediaset) fanno così ostruzionismo, nella speranza di ricominciare tutto da capo. O di tornare al vecchio beauty contest del ministro Romani (Pdl), che avrebbe assegnato le frequenze in maniera gratuita, selezionando i migliori operatori tv presenti sul mercato.
Frequenze tv, Rai e Mediaset al Tar contro Agcom
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