Editori e giornalisti protestano contro il decreto sulle intercettazioni approvato dal Senato, che impone un giro di vite agli organi di informazione. Il testo della legge sulle intercettazioni, approvato dal Senato, limita fortemente la pubblicazione sui giornali delle conversazioni in possesso della magistratura, e ha scatenato reazioni di sdegno da parte della Fnsi. I quotidiani saranno in edicola listati a lutto , mentre per il 9 luglio è previsto uno sciopero generale dell’informazione contro il provvedimento. Gli editori che trasgrediranno le nuove norme rischiano una sanzione fino a 450mila euro. Per i giornalisti sono previste multe fino a 10mila euro e un massimo di 30 giorni di carcere. “Abbiamo chiesto a editori e direttori – dice il segretario della Fnsi Franco Siddi – di predisporre un impianto comune per la prima pagina in cui si segnali il corpo mortale inferto alla libertà. Se gli editori non ci staranno pubblicheremo noi a pagamento un necrologio perché sia chiaro l’allarme”. Dal Pd, per voce di Felice Casson, arriva un possibile escamotage contro il ddl: “ Se la notizia segreta viene pubblicata all’estero (secondo giurisprudenza, ndr) non c’è alcuna possibilità di intervento da parte del nostro sistema e quindi il giornalista straniero rimane esente da queste sanzioni”. Difficile però immaginare la cronaca giudiziaria italiana in delega alle penne oltreconfine. Certe, invece, le rimo- stranze di categoria, non solo nell’immediato: “Si amo solo all’inizio di una battaglia per la libertà molto dura” , ribadisce Siddi.
Giornali in lutto

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