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9 Aprile 2014 | Innovazione

Il lettore, specie italiana in estinzione

L’Italia legge poco, sempre meno, e le persone interessate ai libri sono sempre più anziane . Negli anni tra il 2011 e il 2013, la categoria dei lettori è scesa al 43% della popolazione, mentre solo il 37% dei cittadini ha acquistato romanzi, saggi e poesia. In entrambi i casi si tratta di una diminuzione drastica : nel 2010, i lettori corrispondevano al 49% della popolazione e chi comprava libri si attestava al 44%. Altro dato preoccupante: il calo riguarda praticamente tutte le fasce d’età e non lascia presagire nulla di buono per il futuro dell’industria editoriale, destinata a ulteriori crisi nei prossimi anni, e nemmeno per l’orizzonte culturale del Paese, quanto mai relegato ai margini del dibattito politico, sociale ed economico. Il rapporto sull’acquisto e la lettura dei libri in Italia , commissionato a Nielsen dal Centro per il libro e la lettura, basato su un campione di 9mila famiglie e presentato nelle scorse ore, ha allarmato più di un addetto ai lavori (e chiunque abbia a cuore lo sviluppo dell’Italia di oggi): “Non c’è mai stato in Italia, per i libri, un periodo così marcato di recessione” , ha detto Gian Arturo Ferrari, presidente del Cepell.  Nel 2013, librerie fisiche e virtuali hanno venduto 112 milioni di volumi : la maggior parte degli acquirenti (circa il 50% del totale) risiede al Nord, ha un profilo giovane (25-34 anni) ed è donna. I lettori forti rappresentano il 4% della popolazione, hanno un’età più avanzata e da soli hanno comprato il 36% di tutte le copie vendute nel corso dell’anno. Si legge più di quanto si acquista: il 43% dei cittadini ha sfogliato almeno un libro (il 48% delle donne contro il 38% degli uomini), ma una volta abbandonati gli obblighi scolastici (tra i 14 e i 19 anni i lettori sono il 60%), la passione per la letteratura quasi svanisce. Il lettore tipo corrisponde ormai all’italiano di buona cultura, magari laureato e dislocato in qualche città di Lombardia, Veneto e Piemonte, più vicino alla pensione che alla laurea : solo tra i sessantenni è cresciuto (dal 33 al 39%) l’interesse verso i libri, mentre tra i giovani e gli adulti si perdono pezzi. Serve a poco aggrapparsi all’incremento di vendite e utenti degli e-book (rispettivamente +14 e +17%). Senza una ri-educazione alla lettura, all’approfondimento e all’attenzione richieste dalla letteratura, una parte fondamentale della contemporaneità e del nostro passato resterà appannaggio di pochi, arrancanti, appassionati in via d’estinzione. L’anagrafe non mente, epitome di una tendenza nazionale all’esaurimento.

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