Cliccando like su Facebook si esercita la libertà di parola. Lo sottolinea una sentenza della corte d’Appello di Richmond, in cui il giudice sostiene che dare il proprio assenso a un candidato politico sul social network sia protetto dal primo emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti. La decisione è arrivata all’interno della disputa legale che coinvolge un’ex guardia carceraria del penitenziario. L’uomo era stato licenziato perché aveva sostenuto la candidatura del rivale dello sceriffo in carica attraverso Facebook. Il secondino aveva dato il suo mi piace alla pagina di Jim Adams, diretto rivale del suo capo. ” Dando un like alla pagina della campagna politica di un candidato l’utente approva il candidato e sostiene la campagna associandosi a lui” , ha scritto il giudice nella sua sentenza. ” È l’equivalente della firma fisica per sostenere una campagna “, ha concluso. La nuova sentenza ribalta quanto deciso dalla Corte statale nel grado precedente di giudizio che invece aveva stabilito che i like non fossero protetti dalla Costituzione. “Siamo soddisfatti che il tribunale abbia riconosciuto che il like di Facebook sia protetto dal primo emendamento”, ha detto in una nota Pankaj Venugopal dell’ufficio legale del social network.
Il like su Facebook è libertà di parola

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