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29 Luglio 2021 | Attualità

Il maxi processo alle finanze della Chiesa, giudici civili in aula

Il maxi processo che vede come principale indagato il cardinale Angelo Becciu, per la prima volta la vede Chiesa cattolica affidarsi alla giustizia laica per definire le responsabilità del clero, su ipotesi di reati finanziari gravissime. Truffa, peculato, abuso d’ufficio, appropriazione indebita, riciclaggio ed autoriciclaggio, corruzione, estorsione, pubblicazione di documenti coperti dal segreto, falso materiale in atto pubblico, falso in scrittura privata. Questi i reati su cui verte l’accusa. Il tribunale che deve giudicare è quello di Prima Istanza della Citta Stato del Vaticano ma i giudici sono italiani e laici.

La rivoluzione voluta dal Papa

Una rivoluzione dopo che il 30 aprile scorso Papa Francesco aveva deciso che cardinali e vescovi possono essere giudicati da tribunali ordinari, con il sui consenso dato di volta in volta. Consenso che in questo caso è arrivato a giugno e così dal 27 luglio è cominciato il dibattimento che vede coinvolti oltre al Cardinale Angelo Becciu diversi membri dell’alta finanza legati al Vaticano e personaggi opachi il cui ruolo andrà svelato. Sono oltre ventimila le pagine depositate che raccontano della compravendita di un palazzo di Londra e non solo. Una spesa di circa 400 milioni per le casse vaticane.
La vicenda

Tutto inizia lo scorso 24 settembre. Senza dare spiegazioni alla stampa, il Vaticano annuncia le dimissioni del Cardinale Angelo Becciu da prefetto delle Cause dei Santi e la rinuncia ai diritti del cardinalato. Secondo le ricostruzioni la Segreteria di Stato avrebbe impiegato fondi ricevuti per finalità benefiche (Fondo Obolo e Fondi Intitolati), per loro natura non atti a essere utilizzati per scopi speculativi, per svolgere operazioni ad elevatissimo rischio finanziario e, comunque, con finalità certamente incompatibili con quelle degli originari donanti. Un primo importante capitolo dell’inchiesta riguarda l’investimento della Segreteria di Stato nel fondo Athena Capital Global Opportunities Fund di Raffaele Mincione. Un’operazione avvenuta tra giugno 2013 e febbraio 2014. La Segreteria di Stato si indebita dunque con Credit Suisse per duecento milioni di dollari per investirli nel fondo di Mincione. Si rivela però un fallimento tanto che nel 2018 le quote avevano perso oltre 18 milioni di euro rispetto al valore dell’investimento iniziale. Ma le perdite per la verità si stima siano state ben maggiori.

Gli investimenti e le operazioni finanziarie

Mincione trova nella Segreteria di Stato il portafoglio per saldare i suoi conti con ENASARCO. Il valore dell’immobile di Londra, tra i temi principali dell’inchiesta, risulta sovrastimato nelle carte presentate alla Segreteria di Stato. Quest’ultima, senza alcuna preventiva valutazione dell’investimento, sborsa una cifra del tutto sproporzionata al valore al quale l’immobile era stato acquistato nei due anni precedenti. Alle redini delle operazioni all’interno del Vaticano pare esserci proprio Becciu. Il Cardinale sembra per altro aver comprato con i fondi della Chiesa anche un appartamento alla nipote.

Maxi processo

Truffa, peculato, abuso d’ufficio, appropriazione indebita, riciclaggio ed autoriciclaggio, corruzione, estorsione, pubblicazione di documenti coperti dal segreto, falso materiale di atto pubblico, falso in scrittura privata. Si tratta sicuramente di uno dei più grandi processi ai danni della Chiesa. Il palazzo di Sloane Avenue ha aperto il vaso di Pandora portandosi dietro strascichi di grosse dimensioni. Il processo si svolge in una sala adibita ad aula di giustizia all’interno dei Musei Vaticani con un primo atto cominciato ieri 27 luglio.

 

di Alessandro Bonsi

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