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23 Dicembre 2021 | Attualità

In Italia 12 milioni di persone in meno nei prossimi 50 anni

Secondo il rapporto Istat il futuro demografico italiano è in rapida discesa. Da 59,6 milioni di inizio 2020 a 58 nel 2030, a 54,1 milioni nel 2050 fino a 47,6 milioni nel 2070. Entro il 2040 una famiglia su quattro sarà composta da una coppia con figli, più di una su cinque non ne avrà. La questione investe tutto il territorio, pur con differenze. Nel breve termine si prospetta nel Nord e nel Centro una riduzione della popolazione meno importante rispetto al Mezzogiorno. 

Allarme demografico: il quadro

La popolazione italiana residente è in rapida discesa: da 59,6 milioni di inizio 2020 a 58 nel 2030, a 54,1 milioni nel 2050 fino a 47,6 milioni nel 2070. Insomma, 12 milioni in meno nel giro di mezzo secolo. Il rapporto tra giovani e anziani sarà di 1 a 3 nel 2050 mentre la popolazione in età lavorativa scenderà in 30 anni dal 63,8% al 53,3% del totale. Le famiglie avranno un numero medio di figli sempre più basso. Meno coppie con figli, quindi, e più coppie senza. Entro il 2040 una famiglia su quattro sarà composta da una coppia con figli, più di una su cinque non ne avrà. 

Età media e decessi

Altri dati emblematici sono legati all’età media e i decessi. 50,7 anni l’età media della popolazione nel 2050. Mentre il 2048 potrebbe essere l’anno in cui i decessi potrebbero doppiare le nascite. Giancarlo Blangiardo, presidente dell’Istat, un paio di mesi fa presagiva i dati del rapporto: “ Con il passare del tempo la popolazione perde la sua fisionomia iniziale: stante l’aspettativa di vita alla nascita di circa 80 anni, 400mila nascite all’anno (quest’anno scenderemo sotto questa soglia, ndr) sono compatibili con una popolazione che nel lungo periodo si ferma a poco più di 30 milioni, non di 59 come è adesso”. 

Un calo delle nascite

in Italia nel 2020 i nuovi arrivati sono stati solo 405mila, a fronte di 740mila morti. Sul fronte delle nascite già da diversi anni l’Italia sta affrontando la realtà di un ricambio naturale negativo. Superato però lo shock di breve termine imposto dalla pandemia, le nascite dovrebbero intraprendere un trend di lieve recupero, fino a 414mila nel 2030 e a un massimo di 422mila entro il 2038. Le donne in età fertile col passare degli anni diminuiranno e invecchieranno, riducendo il potenziale riproduttivo del Paese. La diminuzione della popolazione segna una discesa più marcata al Sud e nelle Isole. Dall’altro lato l’incremento della mortalità più alto nell’anno pandemico si è registrato nel Nord-Ovest.

di Alessandro Bonsi

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