Da anni le autorità indonesiane sono impegnate in una guerra al porno, fatta di censura di siti web e di una legislazione anti-pornografia in cui viene fatto finire di tutto e di più. Con l’inizio del Ramadan da Jakarta è partita l’offensiva totale: un milione di siti pornografici sono stati resi inaccessibili, e per l’altro milione di siti, tutti su server esteri, calcolato dai censori indonesiani i mesi potrebbero essere contati. L’anno scorso, persino Rim aveva ceduto di fronte alle richieste indonesiana di filtrare il contenuto hard sugli oltre 2 milioni di telefonini circolanti nel Paese. E nel mirino finiscono spesso altri contenuti considerati offensivi all’Islam: nel 2008, per un periodo i provider indonesiani bloccarono l’accesso a YouTube per non aver aderito alla richiesta di mettere togliere il film Fitna del parlamentare olandese Geert Wilders, ritenuto offensivo verso Maometto. Chiedete poi a Lady Gaga , impossibilitata a tenere un concerto a Jakarta due mesi fa per le minacce degli islamici che la definivano ” satanica “.
Indonesia dichiara guerra la porno in rete

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