Lo dichiara il nuovo Food Sustainability Index, arrivato alla sua quarta edizione. Sviluppato da The Economist Impact con Fondazione Barilla. I Paesi presi in esami sono 78. L’obiettivo del report è quello di fotografare lo stato attuale a livello di alimentazione, sprechi e produzione. L’Italia dunque si piazza al primo posto della classifica per quanto concerne gli sprechi alimentari domestici.
Food Sustainability Index: l’esempio virtuoso italiano
In Italia lo spreco alimentare pro capite annuo, a livello domestico, è di circa 67 Kg. Nella filiera produttiva perde “solo” il 2% del cibo. A dirlo è il Food Sustainability Index, uno studio portato avanti da The Economist Impact con Fondazione Barilla. La ricerca analizza il rapporto tra cibo, salute e ambiente in 78 Paesi. Prende in considerazione 38 indicatori legati a temi sociali, ambientali ed economici. Oltre all’Italia, i 4 Paesi con le migliori politiche in atto sono Francia, Stati Uniti, Germania e Argentina. Anche l’aspettativa di vita nel nostro Paese è piuttosto alta: alla nascita è 83,2 anni, mentre l’aspettativa, in salute, è di 71,9.
Lo spreco alimentare nel mondo
Lo spreco è un problema globale che colpisce i Paesi di tutto lo spettro di reddito, la perdita di cibo colpisce invece, in modo più importante, i Paesi a basso reddito. Sebbene lo spreco sia un problema globale, solo 22 tra i Paesi nel Fsi hanno un piano per combatterlo. Si legge nello studio: “Alti livelli di perdita di cibo sono più comuni nei paesi a basso reddito, dove le lacune infrastrutturali e l’accesso non uniforme all’elettricità rendono difficile conservare e trasportare il cibo in modo sicuro”.
E l’agricoltura sostenibile?
Per quanto riguarda l’agricoltura sostenibile c’è ancora molto da migliorare ma vale per tutti i Paesi. Il punteggio dell’Italia qui è in linea con la media mondiale. In cima alla classifica ci sono Finlandia, Estonia, Austria, Tanzania e Svezia. A fare la differenza sono le iniziative politiche che affrontano le questioni chiave della gestione sostenibile. i Paesi che hanno ottenuto i migliori risultati un questo ambito sono quelli che hanno investito di più in ricerca e sviluppo. Interessante l’operato di Nigeria, Zimbabwe e Costa d’Avorio. Nonostante siano paesi a reddito medio-basso, stanno dando l’esempio su come integrare meglio l’azione per il clima nelle attività agricole.
di Alessandro Bonsi