Dal 2019 al 2024 l’esportazione di specialità di pesce verso l’Italia è aumentata a valore del 93%
Sempre più sushi e sashimi ma anche tante zuppe ramen: il fascino esotico della cucina giapponese è fra quelli che più conquista i degustatori italiani. Che siano locali minuscoli, quasi street food, locali eleganti con piatti in esposizione, oppure locali dedicati al ramen più simili al ristorante di Kiss Me Licia, non conoscono crisi: a riprova del fatto che la tendenza nipponica in Italia è forte e consolidata. Se ne sono accorti anche i ristoratori cinesi che, sempre attenti al business, hanno spesso riconvertito la cucina di specialità mandarine in cucina di sushi e compagnia.
I numeri del successo arrivano dal ministero dell’Agricoltura, delle foreste e della pesca (Maff) del Giappone e riguardano gli ultimi dieci anni: l’Italia risulta il secondo Paese in Europa per numero di ristoranti giapponesi con 2.460 attività. Inoltre, dal 2019 al 2024 l’esportazione delle specialità ittiche nipponiche verso l’Italia ha conosciuto un incremento in valore del 93%, mentre nello stesso periodo le esportazioni di bevande giapponesi sempre verso l’Italia, tra alcolici e distillati, sono cresciute del 104%. L’Italia è, fra l’altro, il quinto paese esportatore di sakè, evidentemente sempre più diffuso e apprezzato.
Con il 2025 si è inoltre aperto un nuovo mercato: ottenuta a dicembre 2024 la certificazione Haccp per le esportazioni nell’Ue, può essere importato anche l’Uni Frozen, il riccio giapponese, che viene utilizzato sempre per la preparazione di piatti a crudo.
di Daniela Faggion