Lo rivela il rapporto Coop, che parla di de-consumismo. Maggiore attenzione all’ambiente e al benessere nelle scelte di acquisto
Il clima internazionale si riflette sul carrello della spesa degli italiani insieme a un potere d’acquisto depotenziato ancorché in ripresa rispetto al 2019. Lo dice il Rapporto Coop 2024, che è stato presentato nei giorni scorsi al Meet Digital Culture Center di Milano e parla espressamente di de-consumismo.
Non è che gli Italiani siano diventati improvvisamente minimalisti, ma cala del 3% la fetta di coloro che vanno a fare shopping per il semplice gusto di farlo, mentre cresce del 28% la fetta di popolazione che dice di voler comprare ciò che è strettamente necessario. E quindi, per cosa si spende? Il Rapporto non è dubbi: il benessere innanzitutto, quindi grande cura nella scelta dei prodotti per la salute, la cosmetica e naturalmente per il cibo.
Fare la spesa non vuol più dire solo riempire prima il carrello, poi il frigo e quindi la pancia. Fare la spesa (al supermercato) vuol dire compiere scelte che puntano a conservare la salute, anche riducendo il proprio peso, e sostenere il pianeta frenando per quanto possibile il climate change. E questo, secondo Coop, vale ancora di più per i giovani italiani.
Consapevolezza a parte, se è è vero che i consumi in termini reali hanno segnato nel 2023 un +0,3% rispetto al 2019, l’incertezza economica e geopolitica spingono le famiglie a stare molto attente a dove finiscono i soldi. Ad esempio, diminuiscono gli acquisti di auto nuove e le compravendite immobiliari, ma anche gli smartphone le cui vendite sono scese del 7,4%.
Non c’è solo un aspetto punitivo in questo, bensì anche virtuoso: gli Italiani infatti tornano a riparare ciò che non funziona (+26%), comprano beni di seconda mano (+24%) e si cimentano con l’autoproduzione (+20%). Molti dichiarano di risparmiare per un afflato tecnologico, ma il 16% del panel ha detto di farlo per poter viaggiare di più: non sempre aiuta l’ambiente ma di certo aiuta l’umore.