La copertura mediatica degli ultimi giorni di vita di Jade Goody, il fenomeno dell’editoria scandalistica e della tv britannica degli ultimi mesi, morta lo scorso 22 marzo, ha avuto numeri e riscontri incredibili. Tutti i magazine e i siti web che hanno trattato massicciamente l’evento hanno incrementato vendite e accessi, con un t raffico di informazioni e un appeal sul pubblico davvero unico nel suo genere. Le copie vendute dal tabloid Daily Star, che si è occupato capillarmente della storia della giovane concorrente del Gf inglese, sono cresciute del 5% negli ultimi sei mesi, e la distribuzione è aumentata del 13%, nello stesso periodo . Sorte simile è toccata a tutti gli altri ‘giornali leggeri’ d’oltremanica che hanno trattato i mille risvolti della faccenda-Goody: come News of the World (divenuto a marzo il settimanale più venduto d’Inghilterra, con oltre 3 milioni di copie) e The Sun, che ha incrementato le vendite del 3,85% (e il cui sito ha di recente superato quello di The Guardian, storico primatista del traffico web tra le testate britanniche online). Senza menzionare Ok!, la rivista patinata che, fin dal principio, ha seguito l’ascesa, la caduta e il processo di definitiva accettazione di Jade Goody come icona mediale, oltre se stessa e oltre le sue rappresentazioni. A subire il contraccolpo di questo fenomeno mediatico sono stati i fogli ‘di qualità’ Già detto del calo di accessi sulle pagine internet di The Guardian, va segnalato anche il forte calo di The Independent (-16%), testata notoriamente critica verso i fenomeni più acclamati della tv spazzatura. Niente di nuovo: la morte, il pietismo spiccio e le tragedie dorate vendono da sempre. Ora, davvero, silenzio.
Jade Goody, le vendite prima del silenzio

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