La Cina ha deciso di regolamentare l’attività degli utenti Weibo (l’equivalente di Twitter) con una nuova legge che punisce i contenuti diffamanti: se qualcuno pubblica una notizia falsa e questa viene ritwittata più di 500 volte, l’internauta sarà punito con la reclusione in carcere. Secondo il governo di Pechino, la popolarità sui social network ha molti vantaggi e implica altrettante responsabilità : da una parte la fama digitale supera spesso quella reale, dall’altra si pone l’attenzione sull’attendibilità dei contenuti proposti dalle star 2.0, nonché sui loro comportamenti. Gli utenti dovranno prestare molta attenzione anche a quel che scrivono su Facebook : la norma vale infatti anche per il sito in blu, qualora una notizia fasulla venisse condivisa da più di 5mila iscritti. Gli internauti locali, però, contestano la legge bollandola come l’ennesimo tentativo di zittire dissenso e libera informazione in rete. Se la pena è la prigione, chi oserà mai pubblicare news scomode, facilmente contestabili?
La Cina mette in riga le star dei social

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