Coordinato dall’Italia il progetto ‘Beyond Epica – Oldest Ice’ con cui si studierà il campione più antico mai raccolto
Com’era il clima 1,2 milioni di anni fa? Potrebbe svelarlo un pezzo di ghiaccio risalente a quell’epoca estratto per la prima volta in Antartide grazie al progetto ‘Beyond Epica – Oldest Ice’, finanziato dalla Commissione Europea e coordinato dall’Italia.
Il materiale reperito consente di compiere un viaggio nel tempo significativo perché, secondo i calcoli degli studiosi, proprio 1,2 milioni di anni fa l’Antartide cominciò a coprirsi di ghiaccio e a trasformarsi nella distesa bianca nota fino ad oggi. Un risultato, il reperimento del ghiaccio antichissimo, niente affatto scontato: ha richiesto infatti quasi 30 anni di perforazioni. Peraltro, come rivela il coordinatore del progetto Carlo Barbante, professore all’Università Ca’ Foscari di Venezia e associato senior presso il Cnr-Isp, anche altri gruppi di ricerca erano al lavoro per ottenere questa rilevazione: campagne di perforazione condotte da Stati Uniti, Cina, Corea del Sud e Australia.
A ottenere il primato, però, nel campo di Little Dome C, in Antartide, come si legge sul sito dell’Università di Venezia, è stato “un team di ricerca composto da dodici istituzioni scientifiche di dieci Paesi europei”, che “ha raggiunto un risultato storico per le scienze del clima. La campagna di perforazione decisiva del progetto europeo Beyond EPICA – Oldest Ice ha raggiunto la profondità di 2.800 metri, dove la calotta glaciale antartica incontra la roccia sottostante”. A portare in Europa i campioni per consentirne lo studio sarà la rompighiaccio italiana ‘Laura Bassi’. “Ma l’anno prossimo torneremo”, ha promesso il professor Barbante.
“Oggi possiamo festeggiare un’altra impresa straordinaria della ricerca scientifica”, ha scritto la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini in un post sul social network X: “Con il progetto ‘Beyond Epica – Oldest Ice’ è stato raggiunto per la prima volta il ghiaccio più antico mai visto dell’Antartide e che risale a 1,2 milioni di anni fa. È una missione di scienziati europei – ha aggiunto – e sono molto orgogliosa che il coordinamento sia affidato ai ricercatori italiani, il cui lavoro e impegno sono motivo di grande prestigio per il nostro Paese”.
di Daniela Faggion