L’ufficio del braccio destro del ministro della Sanità è stato perquisito nell’ambitodell’inchiesta di spionaggio che coinvolge diversi funzionari e investigatori privatiInvestigatori, forze dell’ordine e funzionari della Telecom uniti per spiare telefonate e movimenti di personaggi politici, sembra per conto dello staff che fa capo all’attuale ministro della Sanità ed ex governatore del Lazio Francesco Storace di Alleanza Nazionale. E’ quanto è venuto alla luce giovedì mattina in seguito all’arresto di undici investigatori privati, due marescialli della Guardia di finanza, un ispettore di polizia, due uomini di Telecom Italia. Ma soprattutto dopo la perquisizione dell’ufficio di Nicolò Accame, braccio destro di Storace. Le accuse sono di corruzione, violazione di segreto d’ufficio e falso. Secondo l’accusa, Storace si sarebbe avvalso di intercettazioni illegali di funzionari corrotti per spiare Alessandra Mussolini, ex di Alleanza Nazionale, e Piero Marrazzo del centrosinistra, all’epoca entrambi avversari del ministro alla presidenza della Regione Lazio. La vicenda, per quanto riguarda il coinvolgimento del ministro, è ancora abbastanza oscura, ma è chiaro il meccanismo di funzionamento di questo mercato parallelo delle informazioni personali. I funzionari di compagnie telefoniche e forze dell’ordine venivano corrotti dagli investigatori privati che, su commissione, puntavano a ottenere i segreti delle banche dati. Storace avrebbe spiato politicamente’ i due avversari per condizionare il voto nelle ultime elezioni regionali. Le reazioni dal mondo politico non si sono fatte attendere e, mentre l’inchiesta va avanti, il presidente della Camera Pierferdinando Casini ha convocato la conferenza dei capigruppo per martedì 14.
LO SPYGATE DI STORACE
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