“Da Parigi mi hanno avvisato qualche giorno prima. E io mi sono comportato come sempre: l’unica preoccupazione era ottenere la certezza che stavamo documentando una cosa vera . Ho chiesto di fare tutte le verifiche possibili, e di vedere il servizio. Mi è sembrato convincente. C’era la guardia del corpo senza casco, perfettamente riconoscibile. C’era Hollande con il casco, ma si capisce che è lui. Ci sono gli orari degli scatti” . Ernesto Mauri, amministratore delegato del gruppo Mondadori e presidente di Mondadori France, editore del settimanale di gossip Closer che venerdì 10 gennaio è uscito nelle edicole francesi con un dossier sulla presunta relazione del presidente François Hollande con l’attrice Julie Gaye t, spiega oggi in un’intervista al Corriere della Sera come ha preso la decisione di pubblicare lo scoop. “Di una relazione tra François Hollande e Julie Gayet si parlava da almeno un anno, mancavano le prove. Io ho chiesto ai giornalisti di non pubblicare chiacchiere. Fatti tutti i controlli possibili, non ho avuto dubbi: stampare immediatamente”. Quanto alla causa annunciata da Hollande per la privacy violata, Mauri commenta: “In Francia c’è un apparato di sicurezza mastodontico che segue il presidente appena si muove, Hollande lo elude. È il capo dello Stato, sta per tutta la notte in un appartamento senza neanche una guardia del corpo, e il problema non sono i suoi atti ma noi che li documentiamo?”.
Mondadori France: al pubblico bisogna dire la verità

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