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4 Novembre 2008 | Attualità

Muccino presenta Io ricordo, dedicato alla memoria delle vittime di Cosa Nostra

Gabriele Muccino ha presentato in veste di produttore con la sua società Indiana, il documentario Io ricordo, diretto da Ruggero Gabbai e dedicato alle famiglie delle vittime della mafia: dai magistrati ai giornalisti, passando per gli imprenditori e la gente comune.   ” Vado molto fiero di Io Ricordo, perché è un documentario in grado di risvegliare storie che, forse, abbiamo dimenticato. Spero non susciti solo rabbia – ha dichiarato Muccino – ma sia il primo passo per un patrimonio condiviso di memorie e coscienza civica. Siamo tutti colpevoli di una dimenticanza. Oggi si parla sempre di più di mafia ma si conosce poco, – ha continuato Gabriele – al punto che alcuni bambini siciliani intervistati, hanno detto che Giovanni Falcone era un boss. Guardando Io Ricordo ci si sente parte di una memoria collettiva e si resta dispiaciuti per l’ignoranza rispettto a molte delle storie raccontate. Abbiamo prodotto questo documentario, che sarà mostrato nelle scuole nell’ambito di un vasto progetto curato dalla Fondazione Progetto Legalità in memoria di Paolo Borsellino e di tutte le altre vittime della mafia, per dimostrare quanto sia importante ricordare e quanto sia grave non sapere “. ” Volevamo far vedere con questo film che il nostro è anche un paese di eroi – ha aggiunto Muccino nel corso della presentazione – dando voce alle famiglie di queste persone che hanno un senso di impotenza perchè non vengono riconosciuti come parenti di eroi dallo stato. E’ un tema così serio – ha concluso il regista-produttore – c he in confronto quello che faccio abitualmente io al cinema mi sembra ridicolo “. Il lungometraggio coniuga le esperienze delle vittime e le testimonianze dei familiari dei caduti con una componente di fiction , in cui Gianfranco Jannuzzo spiega al proprio figlio cos’è la mafia, e chi è stato Giovanni Falcone. Così è stata possibile raccontare la minaccia dell’antistato e “ridare dignità – continua Gaetano Paci, magistrato e presidente di Fondazione Progetto Legalità, sostenitrice del progetto con l’Indiana Production Company di Muccino – agli eroi dimenticati della storia italiana senza confonderli con ‘i falsi eroi’ che qualche politico italiano ha tirato fuori in campagna elettorale”. Il registra Ruggero Gabbai ha aggiunto: ” Siamo allergici alla retorica che non fa bene a nessuno. Quando si raccontano queste storie è facile scivolare nel facile sensazionalismo. Noi, invece, abbiamo voluto raccontare un film sulle vittime, ma anche sulla grande umanità di chi è sopravvissuto. La vitalità di chi ha vissuto la propria esistenza in un certo modo era importantissima da mostrare come un esempio di grande valore “. Io ricordo per il momento non uscirà nelle sale cinematografiche e non sarà trasmesso in televisione, ma sarà solo disponibile per le scuole , così da integrare il progetto didattico per conoscere la mafia suddiviso in due parti. La prima sarà rivolta alle famiglie e dedicata al ruolo educativo dei genitori sul tema della legalità; mentre la seconda sarà incentrata sulla memoria e sarà completata colla visione del film. ” Quello della Mafia è un argomento così importante che il nostro lavoro appare come poca cosa. Per questo ho voluto produrre questo documentario. Fino agli anni Ottanta si diceva che la Mafia non esistesse qualcosa è cambiato, ma noi dobbiamo fronteggiare la mancanza di educazione civica, portando avanti la memoria delle vittime. La Mafia non riguarda solo la Sicilia, ma tutto il paese e mette in pericolo non solo la società, ma anche il futuro dei nostri figli. Non ci sono solo gli omicidi visibili, ma anche quelli che delle discariche tossiche, dell’economia inquinata, dei superstiti abbandonati dallo Stato nella solitudine e nel vuoto. Io ricordo ci mostra quanto sia imperdonabile non ricordare e grave non sapere. Al tempo stesso, però, ci mostra come il nostro sia anche un paese di eroi e quanta nobiltà e dignità questi eroi hanno dimostrato. Ci sono ancora oggi famiglie che si addormentano a distanza di due decenni con il dolore di morti insensate e per una giustizia che non hanno mai visto. Trovo terribile il senso di impotenza di figli, genitori, mogli di eroi che non sono riconosciuti da tutti come tali. Eroi invisibili che noi non conosciamo e che questo documentario, invece, vuole ricordare “, ha concluso Muccino a proposito della necessità di far conoscere Cosa Nostra.  

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