«Stessa linea che abbiamo portato al Festival di Sanremo anche perchè in due mesi non possiamo aver cambiato così tanta visione delle cose sul pezzo e poi è perchè è quello che ci interessa, ci interessa mettere luce sulla canzone, sulla musica, sugli strumenti, sulle parole. Non c’è bisogno in questo nostro momento di mettere tanti fronzoli o fuochi d’artificio».
Così risponde il cantautore Lucio Corsi in un’intervista con Alessandro Cattelan alla domanda sull’esibizione dell’imminente Eurovision che lo vedrà candidato italiano dal 13 al 17 maggio da Basilea.
Reduci dall’esperienza sanremese Lucio insieme al amico fraterno e suo chitarrista Tommaso Ottomano si esibirà sul palco europeo con la canzone Volevo essere un duro, che li ha portati al secondo posto del podio di Sanremo e con la quale hanno ottenuto il Premio della Critica “Mia Martini”.
Niente fuochi d’artificio, razzi, spettacoli di luci, acqua, fuoco, varie ed eventuali ma solo musica parole e strumenti per i nostri Lucio e Tommaso. In genere l’Eurovision è proprio noto per le sue esibizioni spettacolari ed eccentriche. Scelta inedita di questi tempi soprattuto nel panorama musicale dove prima della musica c’è il look, la performance, la spettacolarità. Forse è proprio questo ritorno all’essenziale dentro a un’estetica sincera e autentica che ha fatto cosi amare da tutti Lucio Corsi al Festival di Saremo. Conosciuto poco, forse per lo più da quella fetta di italiani attente al cantautorato, l’artista maremmano ha ricevuto complimenti e elogi da interlocutori molto diversi tra loro, giornalisti, critici, dai conduttori tv, dagli stessi colleghi cantati provenienti da generi diversissimi.
E’ in questo momento considerato uno dei cantautori più originali e visionari della scena musicale italiana contemporanea. Con uno stile che fonde il cantautorato italiano con influenze glam rock anni ’70, Corsi conquista pubblico e critica grazie alla sua capacità di raccontare storie surreali e poetiche attraverso testi ricercati e arrangiamenti musicali innovativi. Con parola e musica conduce chi lo ascolta in viaggi onirici dove tuttavia il viaggiatore riesce a ritrovarsi e a riconoscersi in quel mondo nuovo tra sogno e realtà.
Non solo la musica torna al centro nella poetica di Corsi ma anche l’uso della parola. Come i grandi cantautori italiani sopratutto nell’ultimo disco Lucio racconta storie senza tempo in cui viene voglia di immergersi come in un bel romanzo.
Unica variante dalla linea di Sanremo sarà per Lucio all’Eurovision la presenza dell’armonica. Secondo il regolamento della gara, gli strumenti musicali suonati dal vivo non sono ammessi sul palco. Questo divieto è stato introdotto per garantire che tutte le performance siano valutate sulla base delle stesse condizioni tecniche. Tuttavia l’armonica diffondendosi per il microfono della voce potrebbe essere accettata. Allora non resta che dire buon Eurovision Lucio Corsi, suona la tua armonica!
di Sara Giudice