A pochi giorni dalla svolta a pagamento dei siti di The Times e di The Sunday Times, e con un programma editoriale che vede gli altri quotidiani del gruppo in procinto di seguire la politica delle notizie non-free su internet, a News International ci si interroga su difficoltà, possibili successi ed eventuali debacle del nuovo modello. “Se il paywall non dovesse funzionare sarei nella merda” , ha detto testualmente Paul Hayes, responsabile del ramo commerciale del colosso editoriale che pubblica, tra gli altri, anche The Wall Street Journal, che del paywall – adottato mesi or sono – ha fatto un vanto. “ Se qualcosa dovesse andar male – ha spiegato Hayes – credo che dovremo affrontare un futuro con media a bassa qualità” , sostenendo una volta di più l’adagio dettato dal patron Rupert Murdoch, secondo cui l’accesso a pagamento alle notizie è l’unico modo per garantire un’informazione di qualità. “ Penso comunque che [le sottoscrizioni a pagamento] siano adatte per la nostra compagnia. Se altri (il rivale The Guardian, ndr) vogliono seguire modelli propri, nessun problema. L’industria digitale è ancora molto, molto giovane e le persone sperimenteranno ”, ha concluso il dirigente di News Int.
News International e le ansie da paywall

Guarda anche: