Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

18 Agosto 2022 | Disinformational, Economia

Non solo estero, molti giovani expat rientrano in Italia a lavorare

Migliaia di expat stanno rientrando in Italia e invertono la tendenza. Il lockdown e la crisi hanno cambiato le cose. I ragazzi sono delusi dall’esperienza fuori dai confini italiani e desiderano rimettersi in gioco in patria. Negli ultimi anni oltre 200mila laureati hanno lasciato il Paese. Adesso sembra esserci un controesodo di cervelli, seppur ancora in stato embrionale

Gli expat di ritorno

Secondo l’Istat sono stati 899mila gli italiani trasferiti all’estero negli ultimi 10 anni. Di questi 208mila (il 23%) sono in possesso almeno di una laurea. Il vuoto economico di questo esodo di massa ammonta a circa 14 miliardi all’anno, l’1% del Pil. Ora invece si parla di una leggera inversione di tendenza favorita in parte anche dagli aiuti e detrazioni fiscali introdotte dal Decreto Crescita. Ma non solo. La pandemia ha costretto molti expat a riflettere sulla vita, sulla soddisfazione rispetto a quello che stanno facendo all’estero. Queste sono le considerazioni comuni che si riscontrano tra chi ha lasciato l’Italia senza guardarsi indietro. L’emergenza ha imposto alle persone una pausa di riflessione forzata. Quelli che hanno pensato di tornare sono i più precari, quelli non ancora integrati, quelli per cui restare era davvero pesante e non solo economicamente. Soprattutto coloro che lavorano nel mondo della ristorazione che causa Covid si sono visti notevolmente ridimensionati. 

Perché i giovani fuggono dall’Italia?

Innanzitutto è doveroso ricordare che sarebbero circa 600 mila quelli che rientrerebbero in patria se ci fossero le condizioni giuste. Al momento però per molto ragazzi è decisamente più stabile cercare un impiego fuori dai confini italiani. Molti lamentano il fatto che in Italia ci sia un sistema retributivo perdente rispetto a quello che offrono la maggior parte degli altri Paesi. Autonomia finanziaria e opportunità di fare carriera sono dunque due dei fattori decisionali preponderanti. A partire solitamente sono i più intraprendenti, ambiziosi, determinati, animati da un forte spirito d’innovazione e di voglia di scoperta. A farne le spese è l’Italia che così perde un capitale sociale e umano rilevante. Gli aiuti del Pnrr in questo senso avranno il compito incentivare le nuove leve a esprimere le proprie qualità in patria.

di Alessandro Bonsi

Guarda anche:

TORTE E FESTE

In Italia disegno di legge per i Maestri dell’arte della cucina italiana

Prevede una spesa annua di 2.000 euro. È stata ispirata dal maestro pasticciere Iginio Massari e assegna riconoscimenti in sei categorie. Il grande paradosso del Made in Italy è celebrare con...
terra cuore giornata mondiale - ph xiSerge

Giornata della Terra, l’agricoltura biologica la aiuta

Lo sostiene Federbio, che ha presentato i risultati di uno studio italo-francese dell'istituto Sant'Anna di Pisa e dell'Isara e un'indagine della rivista Science Come celebrare degnamente la...
Uomo nel grano - ph Pexels

Cibo Made in Italy non ci sarebbe senza il lavoro degli immigrati

Secondo nove casi studio sono centinaia di migliaia le persone giunte in Italia dall'estero che lavorano per i prodotti tipici italiani Fino al 50% di manodopera straniera dietro alle filiere....