La notizia non stupisce ma anzi era attesa: il programma di sorveglianza Prism della National Security Agency statunitense vede coinvolta anche l’Italia nel ruolo di vittima. Il vertice del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica non ha perso tempo, chiedendo chiarimenti al governo Usa esattamente come ha fatto la Francia nel corso delle ultime ore, in quanto soggetta alle stesse attenzioni. Lo scandalo di questi giorni pone seri interrogativi sulla privacy e su come questa possa essere liberamente interpretata o aggirata, e da parte di chi. Una cosa è certa: essendo ormai impossibile negare l’esistenza di una rete spionistica su vasta scala, gli enti autorizzati a rispondere giustificano tutto nel nome della lotta al terrorismo, a qualsiasi costo. Il Corriere della sera riporta alcuni passaggi dell’incontro della nostra delegazione Copasir col vicedirettore dell’Nsa avvenuta quasi un mese fa, in cui un perplesso Claudio Fava riassume in poche parole la situazione: ” È un sistema di raccolta a strascico in base ad alcuni sensori. I vertici dei Servizi Usa ci hanno spiegato che il loro scrupolo principale è stato quello di rispettare le leggi americane sulla privacy e intervenire a tutela della sicurezza del Paese. Che tutto questo confligga con le leggi nazionali di Paesi alleati è un punto di vista che loro non hanno, ma che noi dovremmo avere “.
Nsa, ecco come ti spio anche l’Italia

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