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8 Marzo 2023 | Attualità

Nuovo scavo al Parco archeologico di Pompei

Dopo quasi 2000 anni la cittadina sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. ancora non ha finito di stupire.

Si torna a scavare a Pompei, uno dei siti archeologici più famosi e visitati al mondo. Il progetto è stato avviato nell’Insula 10 della Regio IX, lungo via di Nola: l’area si estende per circa 3.200 mq ed è quasi un intero isolato della città che nel 79 d.C. venne ricoperta dall’eruzione del Vesuvio. Sepolti sotto lapilli e cenere, infatti, ci sono ancora 15 ettari circa di isolati e case, praticamente un terzo dell’abitato antico.

Il Grande Progetto Pompei

Il progetto segue la linea sviluppata negli anni del Grande Progetto Pompei e intende rettificare e risolvere i problemi idrogeologici e conservativi dei fronti di scavo, cioè i confini tra la parte scavata e quella inesplorata. Per questo al lavoro ci sono scienziati di diverse discipline: archeologi naturalmente, ma anche archeobotanici, vulcanologi, numismatici, topografi antichi, architetti, ingegneri e geologi. Il loro compito principale è quello di limitare la vulnerabilità della città antica sottoposta a pressione del terreno, incanalando il deflusso delle acque meteoriche (in pratica, le precipitazioni che non vengono assorbite dal terreno) e trarre il massimo di informazioni e dati dalle operazioni di indagine stratigrafica.

Analoghi lavori, tra il 2018 e il 2020, hanno riportato alla luce la casa di Orione, la casa con Giardino e il Thermopolium. Negli scavi attuali emergono le opere agricole successive di centinaia di anni all’eruzione del 79 d.C. e buche praticate nel terreno per estrarre il lapillo, funzionale alle attività edilizie di epoca moderna. Lo scavo attuale ha già consentito di far affiorare le creste murarie di alcuni edifici, tra cui una casa con forno e cella superiore e una casa che, nelle sue ultime fasi, doveva essere stata trasformata in fullonica (lavanderia) e scavata già intorno al 1912.

Un'immagine di Pompei

Un’immagine di Pompei

Uno scavo è per sempre

“Scavare a Pompei è una enorme responsabilità”, ha detto il direttore del sito, Gabriel Zuchtriegel: “Lo scavo è un’operazione non ripetibile, quello che è scavato lo è per sempre, perciò bisogna documentare e analizzare bene ogni reperto e tutte le relazioni stratigrafiche e pensare sin da subito a come mettere in sicurezza e restaurare quello che troviamo”. Sono le vedute riportate nei dipinti sette-ottocenteschi a rappresentare un punto di riferimento per la direzione del Parco archeologico, perché mostrano come lo strato al di sopra degli scavi fosse adibito a diverse coltivazioni agricole, tra zone boscose e edifici rurali, e serre di agricoltori ancora presenti fino al 2015.

di Daniela Faggion

Pompei e il Vesuvio che la distrusse nel 79 d.C.
Di <a href="https://www.telepress.news/author/daniela-faggion/" target="_self">Daniela Faggion</a>

Di Daniela Faggion

Emiliana di nascita, non ho ancora deciso dove mi piacerebbe mettere radici: nel frattempo sto in prestito a Milano dal 2000. Giornalista pubblicista dal 2003 e professionista dal 2006, ho lavorato per diversi media e pubblicato due libri. Scrivo per Telepress dal 2022 e mi occupo di attualità, scienze, ambiente, ed enogastronomia, sempre per raccontare l'Italia vista dal mondo e l'Italia in giro per il mondo.

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