Gabriele Paolini, il disturbatore delle dirette televisive, ormai è consapevole che il suo comportamento non è lecito e che configura il reato di interruzione o turbativa del pubblico servizio e a nulla gli serve invocare la sua buona fede o l’assoluzione ricevuta nel 2000 per aver tentato di interrompere Miss Italia 1997 per sensibilizzare all’utilizzo del condom contro l’Aids. Lo sottolinea la Cassazione . I supremi giudici hanno così confermato per Paolini la c ondanna a quattro mesi di reclusione e al risarcimento delle parti civili, per aver costretto all’interruzione due servizi in diretta tv . Uno su Calciopoli per il Tg1 del 26 giugno 2006, e l’altro per Studio Sport d el 21 settembre dello stesso anno. Nel primo caso, Paolini aveva costretto la giornalista a non andare in onda perchè facendosi riprendere dalla telecamera ripeteva la frase ” ho fatto sesso col Papa! Paolini ha fatto sesso col Papa “. Nel secondo, il disturbatore era entrato nell’inquadratura esibendo un cartello con un insulto al Pontefice e pronunciando la frase ” il Papa è gay”, costringendo all’interruzione anche in questa circostanza.
Paolini condannato dalla Cassazione come disturbatore

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