Natalie Portman è arrivata a Gerusalemme , sua città natale, per girare il suo film d’esordio come regista . La vincitrice del premio Oscar per l’interpretazione ne Il cigno nero dirige infatt i l’adattamento cinematografico di Una storia di amore e di tenebre , best-seller dello scrittore israeliano Amos Oz c he racconta la storia della famiglia dell’autore: dalla sua infanzia a Gerusalemme verso la fine degli anni ’40, con la fine del mandato britannico in Palestina, e della sua crescita in parallelo con le questioni dei due stati. Il film tratta anche il suicidio della madre quando Oz aveva appena 12 anni. Ed è proprio il personaggio della madre che la Portman dovrebbe interpretare in un piccolo ruolo. Il set però ha già scatenato la rabbia della comunità ebraica ultraortodossa . I rappresentati dei residente nella zona di Nahlaot, zona scelta dall’attrice per le riprese del film, hanno inviato una lettera di protesta al vicesindaco della città di Gerusalemme lamentandosi dell’invasione del set e dei costumi degli attori. ” Le riprese del film sono previste in molte strade importanti vicino a sinagoghe e yeshivot, e le scene che saranno girate dovranno essere esaminate preventivamente per assicurarci che non offendano la sensibilità di nessuno “: sono le parole della lettera che continua lamentando il comportamento delle autorità che non avrebbero avvisato la comunità del permesso concesso alla troupe, lasciata troppo libera. La replica del vicesindaco non si è fatta attendere: “L’attrattiva della città, la sua architettura unica e gli sforzi dell’industria cinematografica trionferanno”, nonostante “la costante tensione tra il desiderio di celebrare una Gerusalemme diversa e interessante e i tentativi di gruppi estremisti di prevenirlo”.
Portman gira a Gerusalemme, ma è contestata

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