E’ ormai un vero e proprio braccio di ferro quello ingaggiato da Viale Mazzini con la Commissione di Vigilanza Rai e alcuni settori del Parlamento . Terreno di scontro la trasmissione The Mission , un docu-reality in programma il 4 e l’11 dicembre prossimo in prima serata su Rai 1. E che, nei progetti della tv di Stato, dovrebbe servire a sensibilizzare il pubblico sul dramma dei profughi di guerra negli angoli più tribolati del pianeta. Come il Sud Sudan e il Mali, ad esempio. Lo scontro era cominciato a inizio agosto quando alcuni deputati del Pd leggendo indiscrezioni di stampa sulla natura del format in cantiere avevano chiesto al presidente della Commissione, Roberto Fico, di intervenire sui vertici Rai per avere chiarimenti. Nel mirino la possibile partecipazione di protagonisti vip, i supposti premi in denaro e le notizie incontrollate su mirabolanti cachet con i quali remunerare stelle dello spettacolo inviate nelle tendopoli. Viale Mazzini ha cercato di smontare i sospetti politici chiarendo con tanto di nota ufficiale che “la trasmissione televisiva Mission non è in alcun modo un reality ma un progetto di social tv nel quale alcuni volti noti, che non saranno remunerati salvo un rimborso spese, per un periodo di tempo limitato affiancheranno gli operatori umanitari di Unhcr e Intersos nel loro lavoro di protezione e assistenza ai rifugiati ”. Insomma, nessun cachet milionario e tanto meno nessun gioco legato alla trasmissione. Fico ora si sarebbe convinto a fare un passo avanti significativo, chiedendo informalmente al presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, di poter visionare il materiale girato finora dall’azienda . Una richiesta però giudicata irricevibile dalla manager, che ora aspetta la richiesta formale.
Rai, Vigilanza e il caso The Mission

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