Al centro di una recente disputa con Facebook c’è Salman Rushdie , lo scrittore anglo-indiano autore di alcuni libri noti in tutto il mondo, tuttora bersaglio di una fatwa lanciata nel 1989 da Khomeini per il reato di bestemmia nel romanzo I versi satanici . ” Mi sento un po’ meglio, ora che la faccenda si è risolta – ha scritto Rushdie su Twitter -: a 64 anni le crisi di identità non sono divertenti. Ho avuto anche le scuse di Facebook “. La disputa è cominciata quando Facebook ha sospeso l’account dello scrittore ritenendolo un falso . Quando Rushdie ha inviato la copia del suo passaporto per provare la propria identità, Facebook ha riattivato il profilo. Però con il nome di Ahmed (il primo dello scrittore) e non con Salman, il secondo e anche quello con cui è universalmente conosciuto. Rushdie è allora passato al contrattacco su Twitter: “Z uckerberg, dove ti nascondi? Vieni fuori e ridammi il mio nome ” ha digitato. Si scatena un’ondata di twitter e nel giro di due ore Facebook ripristina l’account, con tante scuse .
Rushdie contro Facebook, guerra sull’identità

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