A volte ritornano. E a ritornare questa volta in coda alla vicenda Santoro è Agostino Saccà, il direttore generale che diceva a Berlusconi che era più amato del Papa, esecutore del celebre editto bulgaro che estromise, tra gli altri, il conduttore di Annozero oltre a Enzo Biagi e altri. Saccà ha espresso parole di ammirazione per la direttrice generale Lorenza Lei: “ Quello che ha fatto Lorenza Lei con Santoro e’ stato straordinario . Non meritava una pallottola dalla stampa, perché ha restituito all’azienda la sua centralità editoriale che non né di destra né di sinistra. Non ho eseguito alcun editto – dice Saccà, scusandosi davanti al congresso del’associazione Lettera 22 se ha qualche “sassolino nella scarpa” da togliersi. “Il mio è stato giudicato solo un atto di superficialità per non aver rimandato in onda Santoro – spiega – sono stato sostituito da un signore che veniva da Milano e non sapeva nulla di tv, in un modo superficiale e sciocco del centrodestra di considerare quello che invece e’ un luogo centrale per la cultura del Paese” Saccà poi racconta a dieci anni di distanza i retroscena del suo allontanamento dalla Rai che attribuisce a “ragioni politiche” molto in alto che definisce “un cinismo di cui la politica muore” Saccà ha anche difeso con veemenza l’amico e collega Antonio Socci , che con la sua trasmissione fece più o meno la stessa figura che ha fatto il mese scorso Sgarbi. Per Saccà Socci fu “lasciato solo al secondo anno di programmazione”. E’ bene ricordare che a lasciarlo solo furono prima di tutto i telespettatori e che diede anche un po’ fuori di matto all’epilogo della sua carriera in Rai. Per l’ex direttore generale la Rai è “protetta da un dio nascosto nonostante i 12 direttori generali in 10 anni”.
Saccà si complimenta con Lei per Santoro

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