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23 Febbraio 2010 | Attualità

Santoro non difende a spada tratta Travaglio

Dopo lo sfogo di Marco Travaglio circa le sempre più tese discussioni nel salotto di Annozero, con la velata minaccia di un abbandono della trasmissione da parte del giornalista de Il Fatto, Michele Santoro risponde al collega sulle pagine del suo stesso quotidiano. “ Vivrei una tua decisione di prendere le distanze da Annozero con grande amarezza, ma non per ragioni personali – scrive il conduttore nella sua lettera aperta – non sarebbe tuttavia una tragedia o una catastrofe irreparabile ” Santoro supporta ma al tempo stesso prende le distanze dalla netta posizione di Travaglio, che aveva mostrato segni evidenti di nervosismo nella sua ultima apparizione all’approfondimento di Raidue: “Hai saputo schivare e anche incassare molti colpi bassi ma questa volta è bastata una banalissima insinuazione di Porro (e non un’aggressione squadristica) per farti perdere il lume della ragione. Hai frequentato un sottufficiale dell’Antimafia prima che venisse condannato per favoreggiamento. Scusa, qual è il problema morale?” prosegue nella sua missiva a Il Fatto. La conclusione dell’intervento è poi piuttosto sibillina: “ Se la televisione è perfino peggiorata non è solo colpa di Berlusconi e dei suoi trombettieri ma di chi avrebbe dovuto contrastarlo e anche di quelli che scelgono di battersi pensando di essere gli unici a farlo con coerenza” Travaglio risponde ribadendo la validità dei suoi interventi ad Annozero , anche se ammette l’insofferenza evidenziata dal conduttore : “L’altra sera la militarizzazione del fronte berlusconiano ha segnato un altro scatto in avanti e io, forse stanco e nervoso per conto mio, ho reagito in quel modo. Non nutro la tua stessa fiducia nel pubblico – dice il giornalista rivolgendosi a Santoro – che saprebbe tutto e riuscirebbe da solo a distinguere ciò che è vero da ciò che è falso. Quando milioni di persone sentono dire che frequento mafiosi, penso che una parte di esse si aspetti una reazione proporzionata alla gravità dell’accusa , e se la reazione non arriva si fanno l’idea che qualcosa di vero ci sia”

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