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4 Gennaio 2022 | Ambiente

Santuario Pelagos, la presidenza passa all’Italia

L’Italia raccoglie il testimone dal Principato di Monaco nella presidenza dell’ottava Conferenza delle Parti (Cop) dell’Accordo Pelagos per la protezione dei mammiferi marini nel Mediterraneo. Con la nomina dell’Italia è stato approvato il nuovo Piano di Gestione e il Piano di Lavoro dell’Accordo per i prossimi 6 anni (2022-2027) oltre al Piano di Azione per il prossimo biennio (2022-2023).

L’Accordo Pelagos per il Santuario dei mammiferi marini nel Mediterraneo del bacino corso-ligure-provenzale è stato sottoscritto nel 1999 da Italia, Francia e Principato di Monaco che si impegnarono a tutelare i mammiferi marini di ogni specie e il loro habitat, proteggendoli dagli impatti negativi diretti o indiretti delle attività umane. La zona è frequentata da una popolazione relativamente numerosa di mammiferi marini, attirati da un’elevata produttività primaria. Una stima grossolana indica la presenza di oltre 8.500 specie animali macroscopiche, che rappresentano tra il 4% e il 18% delle specie marine mondiali; si tratta dunque di una biodiversità rilevante, in particolare per il numero di predatori come i mammiferi marini, che si collocano al vertice della catena trofica, considerando che il Mediterraneo occupa soltanto lo 0,82% della superficie e lo 0,32% del volume degli oceani del mondo.

Malgrado l’intensa mobilizzazione della Comunità internazionale, il processo di declino della biodiversità non solo non si è arrestato, ma procede con ritmi allarmanti. La salute dei nostri mari è in serio pericolo; i devastanti impatti del cambiamento climatico, insieme agli effetti di un’eccessiva urbanizzazione e sovrasfruttamento dell’ambiente marino e costiero, come l’inquinamento marino in ogni sua forma, la pesca illegale e non regolamentata, l’introduzione di specie aliene invasive, sono i principali fattori della perdita di biodiversità marina e degli ecosistemi da cui dipende la stessa vita umana.

Per perseguire gli obiettivi prefissati i tre Paesi concordano di intensificare le attività contro l’inquinamento di qualsiasi origine che possa avere impatto sui mammiferi marini e sui loro habitat; a sopprimere progressivamente gli scarichi tossici derivanti da fonti a terra; a vietare la cattura o le intenzionali turbative dei mammiferi marini; a regolamentare e/o a vietare le competizioni di barche veloci a motore di qualsiasi tipologia; ad adeguare la normativa comunitaria in materia di pesca; a regolamentare le attività turistiche di osservazione dei cetacei (whale – watching).

Inoltre, i Paesi firmatari si impegnano a favorire programmi di ricerca scientifica e campagne di sensibilizzazione presso i vari utenti del mare, in particolare per quanto riguarda la prevenzione delle collisioni tra navi e mammiferi marini e la segnalazione di esemplari in difficoltà.

di Arman C. Mariani

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