La condanna di Silvio Berlusconi è un momento fondamentale per la comunicazione del Partito Democratico. Riusciranno i leader del partito a perdere anche questa occasione? Qualche suggerimento su come riuscire a non farlo. La confusione nel PD non favorisce la diffusione di messaggi efficaci, o meglio quelli efficaci ci sono ma poi vengono resi inefficaci con interventi contraddittori. Lo scivolone alle elezioni, per colpa della comunicazione, sembra non avere insegnato molto ai leader del partito che stanno tentennando in queste ore dibattuti tra le esigenze politiche di salvataggio del governo, di salvataggio della faccia e di salvataggio individuale. Eppure la condanna di Berlusconi non dovrebbe essere un problema per il partito ma una opportunità, se solo emergesse una linea chiara e efficace di comunicazione. L’intervento di Epifani è stato un ottimo inizio. Il messaggio era chiaro: noi faremo applicare la sentenza. Diceva tutto, era una promessa. Un messaggio affogato da altri messaggi molto meno chiari, da parte degli altri leader del partito. Cosa dovrebbero fare ‘sti democratici per comunicare questo momento in modo efficace? Prima di tutto separare nettamente il Berlusconi politico da quello giudiziario. Non è difficile. Vanno blanditi i leader politici del Pdl, in particolare i ministri, dati messaggi di sostegno alla qualità degli uomini del centrodestra e nel contempo, ma proprio nel contempo, trattare Berlusconi come una qualsiasi persona condannata in via definitiva. Ottima l’analogia con Al Capone: la condanna è la fine della carriera perché è la punta dell’iceberg. Con Berlusconi non si parla più. Si parla con Alfano, con Lupi e si dimostra una grande sintonia di intenti con messaggi congiunti citazioni e apprezzamenti. Berlusconi nella comunicazione politica del Pd deve scomparire. E Berlusconi farà di tutto per mantenere l’attenzione politica su di lui. Non solo manifestazioni sotto casa sua, ma anche provocazioni e messaggi fortissimi ai quali gli indecisi del Pd abboccheranno (è già accaduto in passato). Non bisogna abboccare. Non bisogna reagire. Bisogna dare il messaggi che l’uomo politico Berlusconi non esiste più. Nelle dichiarazioni i leader che contano del Pdl lo hanno capito e cercano il loro spazio. Solo il Pd può riuscire a rimettere Berlusconi in campo e a dare voci all’ala che lo sostiene. Questo è possibile, non è nemmeno difficile se il Pd smette di giocare tutti contro tutti. L’impressione è che scioccamente anche questa volta tra i Democratici prevalga lo spirito individualista, di chi cerca di distinguersi per avere un po’ di visibilità. Eppure è chiaro: o fanno marcia indietro velocemente e trovano una linea comune che metta fuori gioco l’ex leader avversario, o faranno il suo gioco ottenendo, per l’ennesima volta, di evitare che venga ingoiato dalla storia come altre innumerevoli volte.
Se il Pd scivola ancora su Berlusconi

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