L’Italia è il primo esportatore europeo di formaggi verso Usa, Svizzera, Cina, Emirati Arabi e Canada, secondo i dati di Assolatte che ora teme i dazi cinesi. Frena invece l’export di vini tricolore.
I formaggi italiani conquistano il palato dei cittadini dei paesi extracomunitari. Nei primi sei mesi del 2024, secondo i dati registrati da Assolatte, sono state vendute più di 93 mila tonnellate di prodotti caseari Made in Italy per un valore di 844 milioni di euro. La crescita è stata del +14% per le vendite e del +11% in valore economico.
L’Italia si conferma sul gradino più alto del podio in Europa in termini di valore, ininterrottamente dal 2019 e al secondo posto per i volumi, preceduta solo dalla Germania.
Quali le specialità più apprezzate? All’estero spopolano Grana Padano e Parmigiano Reggiano, mozzarelle, burrate e ricotte, mascarpone, grattuggiati, pecorini e gorgonzola.
I dati di una crescita straordinaria
Il presidente di Assolatte, Paolo Zanetti, commenta così i dati: “Un’ascesa eccezionale se si considera che 5 anni fa eravamo ancora al quinto posto; un’accelerazione con cui abbiamo superato l’Irlanda, poi la Francia, e infine, nel primo semestre di quest’anno, l’Olanda”.
I risultati del semestre confermano l’Italia primo esportatore europeo verso Stati Uniti (19.800 tonnellate), Svizzera (13.100 tonnellate), Cina (6.070 tonnellate), Emirati Arabi (1.700 tonnellate), Canada (3.750 tonnellate) e secondo in Giappone, con 6.400 tonnellate di formaggi esportati e in Australia (3.300).
Problema Cina
Zanetti esprime però preoccupazione per il futuro, in particolare di fronte allo scenario cinese. Secondo una recente indagine aperta dalle autorità cinesi, gli aiuti europei e nazionali al settore lattiero caseario permetterebbero ai formaggi di arrivare sul loro mercato con prezzi troppo competitivi.
“C’è quindi un rischio che tra qualche settimana le nostre imprese dovranno pagare fior di dazi per portare i formaggi italiani sulle tavole cinesi”, avverte Zanetti, nel definire “l’accusa di dumping chiaramente pretestuosa, perché l’indiscutibile qualità li pone comunque su un livello diverso”. Assolatte precisa inoltre che il contenzioso con la Cina nasce come risposta ai dazi imposti dall’Europa sui motori elettrici cinesi.
Vini, frenata extra Ue
Un po’ meno entusiasmanti i numeri registrati dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly sull’export di vino italiano che rallenta la sua corsa nei paesi extra Ue. Nel primo semestre l’Italia ha esportato 4,7 milioni di ettolitri con una crescita del +6,3% in volume e del +4,7% in valore. Dati positivi ma a crescita ridotta rispetto ai mesi precedenti a causa di una notevole frenata nel mese di giugno in cui è stato rilevato un -10% di volumi e -7% valore. Oltre ai prevedibili acquisti in picchiata di Russia (-25%) e Giappone (-10%), a giugno l’Osservatorio rileva performance a volume in rallentamento in particolare per Regno Unito (-15%), Svizzera (-12%), Canada (-18%) e Cina (-12,5%).
Valentina Colombo