Brutto, poco funzionale, pericoloso per la privacy: con queste accuse gli addetti ai lavori e qualche utente hanno demolito Facebook Home , la nuova app che consente di marchiare il proprio smartphone incentrandolo totalmente sul social network di Mark Zuckerberg. “Un altro tonfo nella mediocrità” , ha commentato un iscritto al sito sulla pagina ufficiale della compagnia, che con il nuovo software (a disposizione dal 12 aprile) spera di conquistare il mondo dei cellulari, incrementando il traffico e di conseguenza gli introiti pubblicitari. Poche le voci a difesa di Home: tra queste quella degli analisti di Gartner, secondo cui Zuckerberg “ha fatto la scelta migliore” e “Home rappresenta l’internet del futuro per le nuove generazioni” . Sull’altra sponda del dibattito, il magazine americano Wired, secondo cui “la mossa trasforma di fatto ogni smartphone Android in un Facebookfonino” , con il social network che entra in maniera sempre più pervasiva nel sistema operativo e nel funzionamento dei dispositivi, tenendo sotto controllo costante gli utenti. Una volta installato, infatti, Home prende nota di check in, spostamenti, tag, acquisto, indirizzo toccato, completando così il profilo digitale del proprietario del telefono. Certo, i dati saranno poi gestiti e consegnati agli inserzionisti in forma anonima , ma l’intrusione continua nel quotidiano degli utenti resta. Per sapere se la app sarà un successo bisognerà aspettare qualche mese. Facebook ha scelto di evitare l’hardware per conquistare il mercato smartphone attraverso una applicazione che integra il sistema operativo, e l’opinione pubblica è divisa: Zuckerberg aspira al totalitarismo 2.0, o forse pensa che i critici di oggi siano tutti over30, mentre gli utenti di domani hanno la metà degli anni, adorano gli smartphone e già ora passano le loro giornate sul sito in blu, risultando così i clienti perfetti del prossimo futuro.
Sequela di critiche per Facebook Home
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