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3 Febbraio 2022 | Attualità

Sergio Mattarella (ri)eletto Capo dello Stato

Con la rituale formula del giuramento Sergio Mattarella ha rinnovato la sua carica. Un ruolo che comprende quello di comandante delle forze armate e presidente del Consiglio superiore della magistratura, l’organo di autogoverno dei giudici.

La rielezione del capo dello Stato è avvenuta dopo otto votazioni e consente un inalterato assetto istituzionale anche alla presidenza del consiglio. La sua elezione è avvenuta dopo una settimana di incertezze e fibrillazioni politiche. La costituzione italiana non prevede un limite di mandati ma secondo una parte di costituzionalisti, che evidenziano tra l’altro la lunga durata della carica di ben sette anni, la riconferma è impropria ed è, infatti, solo la seconda volta che accade.

Il bis

Il primo riconfermato fu Giorgio Napolitano eletto Capo dello Stato il 10 maggio 2006 e rieletto il 20 aprile 2013. Una richiesta unanime del Parlamento, quella per Sergio Mattarella che ha ottenuto 759 voti e un lunghissimo applauso dopo che erano stati bruciati una dozzina di candidati. Nessun schieramento politico aveva da solo la maggioranza per eleggere senza un’intesa un nuovo capo dello Stato. Mattarella è così diventato il secondo presidente più votato, dopo Sandro Pertini (832 voti), nella storia della Repubblica. Oggi nell’aula di Palazzo Montecitorio sede dei deputati, in seduta comune con i senatori, un’aula vestita a festa con drappi rossi e 21 bandiere tricolore, Mattarella ha pronunciato le parole indicate dall’articolo 91 della Costituzione: “Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservarne lealmente la Costituzione”. In quel preciso momento, il cannone del Gianicolo ha esploso 21 colpi a salvee la campana di Montecitorio è tornata a suonare. Deputati, senatori e delegati regionali hanno tributato una fragorosa standing ovation.

La curiosità

Il cannone del Gianicolo spara 21 colpi di cannone sulla base di un Regio Decreto risalente al 1862. La tradizione non è un’usanza solo italiana ma ha origini britanniche. In Inghilterra ai primi del ‘600 ogni incoronazione dei Reali comportava che tutte le navi della flotta inglese facesse esplodere 21 colpi di cannone. Il numero di 21 – dispari, mentre i numeri pari simboleggiano il lutto – divennero da allora un rituale diplomatico, diffuso anche in ambiente militare in occasione di incontri e trattative tra i vertici di eserciti diversi. È questo il motivo alla basa del rituale del Gianicolo al momento del giuramento del Presidente della Repubblica.

Le promesse di Mattarella

Ecco alcuni passaggi salienti del suo discorso al Parlamento dopo la cerimonia di giuramento: «È per me una nuova chiamata – inattesa – alla responsabilità; alla quale tuttavia non posso e non ho inteso sottrarmi. […] Il mio pensiero, in questo momento, è rivolto a tutte le italiane e a tutti gli italiani: di ogni età, di ogni Regione, di ogni condizione sociale, di ogni orientamento politico. E, in particolare, a quelli più in sofferenza, che si attendono dalle istituzioni della Repubblica garanzia di diritti, rassicurazione, sostegno e risposte concrete al loro disagio. Non possiamo permetterci ritardi, né incertezze». Mattarella richiama ancora l’attenzione sul tema della pandemia: «La lotta contro il virus non è conclusa, la campagna di vaccinazione ha molto ridotto i rischi ma non ci sono consentite disattenzioni. È di piena evidenza come la ripresa di ogni attività sia legata alla diffusione dei vaccini che aiutano a proteggere noi stessi e gli altri. Questo impegno si unisce a quello per la ripresa, per la costruzione del nostro futuro. L’Italia è un grande Paese». E poi si riferisce alle nuove difficoltà che sopraggiungono per famiglie e imprese dalla scarsità all’aumento del prezzo di alcuni beni di importanza fondamentale per i settori produttivi, passando per le disuguaglianze – territoriali e sociali – da superare, e auspica «un’Italia che offra ai suoi giovani percorsi di vita nello studio e nel lavoro per garantire la coesione del nostro popolo. Un’Italia che sappia superare il declino demografico a cui l’Europa sembra condannata. Un’Italia che tragga vantaggio dalla valorizzazione delle sue bellezze, offrendo il proprio modello di vita a quanti, nel mondo, guardano ad essa con ammirazione. […] Disegnare e iniziare a costruire, in questi prossimi anni, l’Italia del dopo emergenza, con un impegno comune per rendere più forte l’Italia, ben oltre le difficoltà del momento. Un’Italia più giusta, più moderna, intensamente legata ai popoli amici che ci attorniano».

Foto: www.open.online

di Luisa D’Elia

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