Dal 23 settembre al 5 novembre a Piacenza un’esposizione a ingresso gratuito per celebrare i 60 anni della band inglese. I proventi del catalogo andranno a favore del Teenage Cancer Trust sostenuto da Townshend e colleghi.
C’era una volta una groupie italiana che faceva avanti e indietro fra la sua Piacenza e l’Inghilterra, l’Irlanda e il resto del mondo. Ovunque andassero a suonare le sue band preferite lei c’era. Oggi quella ragazza che amava il rock e dava una mano nei tour è un’affermata giornalista musicale, autrice di tante biografie e ora anche curatice della mostra “THE KIDS ARE ALRIGHT – 60 anni di The Who”. Si deve infatti all’iniziativa di Eleonora Bagarotti se alla Galleria Biffi Arte di Piacenza si tiene, dal 23 settembre al 5 novembre, la mostra che anticipa di qualche mese il compleanno tondo della band, che cade nel 2024.
L’iniziativa vuole omaggiare una delle più grandi band di tutti i tempi, collocata dalla rivista americana Rolling Stone nella “trinità del rock” insieme a Beatles e Rolling Stones. L’esposizione piacentina offrirà, in anteprima, un percorso di immagini inedite e ufficiali concesse dai fotografi e dalla stessa band, arricchito da riviste, memorabilia e curiosità.
Presenti anche alcune opere di artisti contemporanei che, accomunati dall’amore per gli Who e per la loro musica, si sono messi al lavoro espressamente per la mostra: Marco Botti, Francesco Cervelli, Andrea Clanetti, Gianluigi Colin, Mauro Di Silvestre, Matt Dillon, Danilo Filios, Maria Assunta Karini e Francesco Paolo Paladino, Francesca Orelli, Silvia Rastelli, Natalia Resmini, Corrado Sassi, Scimon e Kosmo Vinyl.
L’ingresso è gratuito ma, acquistando il catalogo in italiano e inglese, è possibile sostenere il Teenage Cancer Trust, progetto benefico sostenuto da Roger Daltrey e Pete Townshend. Nel volume alcune immagini esclusive del gruppo e delle opere artistiche con testi, analisi e racconti, a partire da quelli di Bagarotti. Nel periodo della mostra si terranno anche alcuni incontri di approfondimento sull’impatto non solo musicale, ma anche artistico e visuale che gli Who hanno avuto nella cultura e nella società degli anni Sessanta e Settanta in particolare, come ad esempio sulla sottocultura Mod.
di Daniela Faggion