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22 Luglio 2022 | Ambiente, Attualità

Smog e inquinamento: In Italia Cremona e Padova le peggiori

Solo il 3% dei 344 centri urbani monitorati rispetta le linee guida dell’ Oms per quanto riguarda smog e inquinamento dell’aria che hanno l’obiettivo di proteggere la salute delle popolazioni. Cremona e Padova, insieme alla città polacca di Nowy Sącz, sono stati gli unici tre centri urbani in Europa ad avere invece superato nel 2021 le linee guida annuali dell’Ue per l’inquinamento da particolato fine (PM2,5) in atmosfera. Le più virtuose in classifica, sulla base di questo criterio, sono Umeå in Svezia e Faro e Funchal in Portogallo

Qualità dell’aria: smog e inquinamento

Undici città in tutta Europa sui 344 centri urbani monitorati rientrano nei valori indicati nelle linee guida dell’OMS. Questi valori sono parametri di riferimento a cui tendere come obiettivo ma che devono essere poi interpretati sulla base delle numerose variabili caratteristiche di ciascun territorio. La città italiana con la minore quantità di particolato superfine è Sassari, al sedicesimo posto della classifica europea, con 5,5 microgrammi di PM2,5 per metro cubo. Poi Livorno, con 8,4. Genova e Salerno si trovano nel gruppo delle sufficienze, poco inferiori a 10 microgrammi al metro cubo. Le grandi città del Centro Sud come Roma, Napoli e Palermo si piazzano nella fascia della mediocrità. Tutti gli agglomerati della Pianura Padana sono classificati nel raggruppamento dei centri con aria di qualità scarsa. Particolarmente difficili da ridurre sono le emissioni di ammoniaca, provenienti dagli allevamenti e restano concentrate in Francia, Germania, Italia e Spagna.

Situazione europea

Cremona, Padova, Venezia, Vicenza, Brescia, Asti, Verona, Treviso, Bergamo, Piacenza, Alessandria, Milano e ancora Torino, Ravenna e Terni sono le città più inquinate d’Europa, secondo i valori dell’OMS. Buona parte dei Paesi Ue ha raggiunto i target al 2020. Ma da quell’anno sono entrate in vigore linee guida più stringenti in materia di emissioni al 2030 e secondo le rilevazioni Aea la strada è in salita praticamente per ogni stato membro. Tutti, ad eccezione del Belgio e dell’Estonia, dovrebbero ridurre le emissioni di almeno un inquinante per rispettare i propri impegni per il 2030. Raggiungere quei target, potrebbe abbassare del 55% il numero di morti premature causate dall’inquinamento atmosferico e del 25% i danni agli ecosistemi dell’Ue, dove l’inquinamento atmosferico minaccia la biodiversità.

di Alessandro Bonsi

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