Dal 2012 al 2020 le iscrizioni femminili ai corsi universitari scientifici sono aumentate dal 35% al 58,1
In un Paese noto per la sua straordinaria eredità culturale come l’Italia si sta cercando di colmare il gap culturale relativo alla partecipazione femminile alle STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). La Settimana STEM, celebrata in tutta la penisola, sta mettendo sotto i riflettori le donne che sfidano stereotipi e innovano nei campi scientifici.
Dal Politecnico di Milano alla Sapienza di Roma, numerosi eventi hanno visto protagoniste ricercatrici, ingegnere e imprenditrici tecnologiche che stanno cambiando il volto dell’innovazione italiana. “Dobbiamo smontare il pregiudizio che la scienza non sia per le donne”, ha dichiarato Marta Capaccioli, astrofisica dell’INAF, intervenendo a un panel sulle carriere STEM per le ragazze.
Secondo i dati ISTAT, solo il 22% delle laureate italiane sceglie una disciplina STEM, e il divario diventa ancora più evidente nel mondo del lavoro, dove le donne rappresentano appena il 16% degli specialisti IT. Per contrastare questa tendenza, il Ministero dell’Istruzione ha lanciato il progetto “Ragazze Digitali”, che offre laboratori gratuiti di coding e intelligenza artificiale nelle scuole superiori.
La Settimana STEM di quest’anno è stata promossa anche con l’hashtag #ScegliSTEM, scelto dal Ministero per l’Università e la Ricerca per sensibilizzare gli studenti e le studentesse sulle opportunità offerte dalle discipline scientifiche. L’iniziativa, che si svolge dal 4 all’11 febbraio e culmina con la Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza, ha visto il coinvolgimento di università ed enti di ricerca in eventi di orientamento e divulgazione.
“L’Italia ha bisogno di figure altamente specializzate per fronteggiare tutte le sfide dell’innovazione”, ha dichiarato la Ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. Secondo la ministra, questa settimana rappresenta un’occasione per “far emergere le vocazioni e quindi il talento di tutti, aiutare i ragazzi a fare le scelte migliori per la vita, perseguire un equilibrio di genere e contrastare gli abbandoni negli studi”.
Tra le iniziative più rilevanti, l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) ha promosso “Chat con un’astronoma”, che ha permesso ai giovani di interagire direttamente con scienziate del settore, e “Spazio alle donne”, una diretta social in cui quattro ricercatrici hanno raccontato il proprio percorso accademico e professionale.
Secondo dati relativi al 2024, le iscrizioni ai licei in Italia sono aumentate dal 47,7% al 56,6% dal 2012, ma gli istituti tecnici non hanno registrato lo stesso trend di crescita. Tuttavia, per numero di laureati in materie STEM, il Paese è abbastanza in linea con la media europea: il 7,4% dei laureati italiani ha scelto scienze naturali, matematica e informatica (contro il 6,2% dell’UE), mentre il 13,8% ha conseguito una laurea in ingegneria (contro il 14,8% europeo).
Per quanto riguarda le donne, il luogo comune secondo cui “le donne non sono fatte per le materie scientifiche” sta perdendo peso culturale. Dal 2012 al 2020, infatti, le iscrizioni femminili ai corsi universitari scientifici sono aumentate dal 35% al 58,1%. Tuttavia, le ragazze continuano a essere sottorappresentate nei settori STEM, in particolare nelle tecnologie dell’informazione: secondo un’analisi della Fondazione Deloitte, solo l’8,4% degli studenti STEM si iscrive a corsi di ICT, e di questi appena il 15% è donna.
di Daniela Faggion