“ Abbiamo trovato un’azienda tecnologicamente molto arretrata, ma con grandi potenzialità . Un’azienda che ha su di sé un’enorme responsabilità perché ciò che fa ha un impatto su tutto il Paese. Questo richiede equilibrio, capacità di capire e di prendere le decisioni; e anche di rallentare quando le modifiche sono delicate, per poi riprendere il cammino” . Con queste parole, Anna MIaria Tarantola ha descritto sin qui la sua esperienza da presidente Rai. La massima carica di viale Mazzini, intervistata dal Corriere della Sera , ha raccontato degli inizi del suo mandato, un anno e mezzo fa: “Ho passato i primi 6-8 mesi a studiare. Poi, questa è un’azienda che ha una grande potenzialità e una responsabilità enorme e che sta vivendo un momento di grande cambiamento. Forse va un po’ lentamente, ma non è che la Rai non ha capito che molto è cambiato. Anzi” . Uno dei passi fondamentali per il futuro del servizio pubblico sarà migliorare la rappresentazione delle donne , per evitare stereotipi ormai desueti. Serve “intervenire sulla qualità della programmazione, aumentando il peso delle donne nella Rai e le donne consulenti” . A questo proposito, Tarantola ha riproposto il dato delle nomine rosa nella sua gestione: “Da settembre 2012, quando è entrato in carica questo cda, a settembre 2013, sono state nominate 12 dirigenti donne” . Non di solo bilancio vive la Rai (ma “il budget è in ordine” ), ma anche di battaglie di genere e di costruzione di un immaginario sociale quanto più possibile reale e condiviso.
Tarantola vuole una Rai paritaria e sana

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